Salute
Il mal di testa dei bambini
Con il termine cefalea si intende un sensazione dolorosa prevalentemente localizzata al cranio.
Esiste una grande varietà di cefalee le quali vengono suddivise in cefalee primarie e secondarie.
Per primarie si intendono cefalee che non rappresentano l’espressione di definite cause patologiche, le secondarie invece, sono fenomeni dolorosi che sottendono a cause determinate.
La cefalea è un disturbo molto comune anche in età pediatrica e può interessare circa 1 bambino su cinque.
La gestione della cefalea in età evolutiva presenta notevoli difficoltà, per le peculiarità cliniche proprie della malattia in questa fascia della vita.
La diagnosi del tipo di cefalea risulta spesso poco agevole poiché il bambino non sempre riesce a fornire elementi descrittivi precisi, utili ad un corretto inquadramento nosografico.
L’emicrania è la cefalea più frequentemente denunciata dai bambini: ha un esordio dopo il 2° anno di vita e la sua prevalenza aumenta con l’età sino a raggiungere un picco nelle fasi puberali, periodo in cui da un rapporto a favore dei maschi si vira ad una maggiore frequenza nelle femmine.
Presenta una familiarità specie nella linea materna, insorgenza ed espressione molto diversa dalla forma dell’adulto, anche legata ad un dato esperienziale che si va acquisendo progressivamente nel bambino: raccontare il dolore non è sempre facile.
Il dolore viene descritto spesso ad insorgenza nella sede occipitale ma, anche frontale e temporale. Non è raro comunque che il bambino racconti di avere il dolore “in tutta la testa”: l’unilateralità, caratteristica propria dell’adulto, è infrequente nel bambino.
Non tutti i mal di testa in età pediatrica sono emicrania.
La classificazione della Società Internazionale della Cefalea (IHS) prevede un’identificazione nosografica dell’emicrania legata a caratteristiche di durata, intensità, frequenza e sintomi associati.
Nella nuova classificazione sono comprese alcuni quadri clinici quale il vomito ciclico e la sindrome periodica gastrica come equivalenti dell’emicrania.
Quindi un messaggio utile per le mamme è che anche manifestazioni extracraniche possono rappresentare spie di un’emicrania che si andrà a strutturare nei periodi successivi della vita.
Esperienza comune è che spesso l’attacco di emicrania può recedere con il vomito; così come esistono dei periodi in cui l’emicrania è più frequente come nei mesi scolastici con invece, un netto miglioramento nelle vacanze estive.
L’emicrania può nel 5% dei casi accompagnarsi, generalmente la segue, a manifestazioni visive o motorie stereotipate definite aura. Il bambino prima dell’attacco doloroso vede segnali luminosi, figure rimpicciolite o ingrandite il tutto in una condizione di minima incertezza quali uno stato confusionale o un’agitazione
L’aura può manifestarsi anche come deficit motorio: paralisi nella motilità oculare o di una metà del corpo o ancora di un arto in forme familiari, condizione geneticamente determinate, o sporadiche.
Esistono episodi aura non seguiti da emicrania.
L’aura per queste caratteristiche almeno nei primi episodi, rappresenta un elemento di grande apprensione per il bambino e la famiglia che, temono un accidente cerebrale vascolare o addirittura la presenza di un tumore cerebrale o di una condizione di epilessia associata. Il riscontro di analoghi episodi in familiari ed una corretta identificazione delle caratteristiche semiologiche ad opera di medici esperti di cefalea riconducono gli episodi in una serena conduzione.
Altra forma di cefalea primaria dell’infanzia e la cefalea tensiva descritta come un dolore sordo gravativo o come un sensazione di dolore urente. La localizzazione è al vertice o alla regione fronto temporale bilaterale o a tutto il cranio, si associa a pallore, spossatezza.
La frequenza è rara nella prima infanzia mentre nel bambino adolescenziale rappresenta il 50% degli episodi.
L’intensità del dolore non sempre costringe il bambino ad interrompere ogni attività, questo a differenza dell’emicrania e il sonno può far cessare il dolore.
Alle volte episodi di emicrania possono associarsi a cefalea tensiva rendendo complessa un esatta caratterizzazione della cefalea
Le cefalee secondarie, altro capitolo importantissimo della cefalea, interessano tutte le condizioni algiche del cranio secondarie a diverse patologie o anche legate all’uso di farmaci.
Non è infrequente che la condizione di cefalea possa essere aggravata o causata da condizioni di stress emotivo familiare e sociale. La diagnosi deve essere precisa ed immediata perché il mondo del bambino va tutelato e salvaguardato.
La massima sensibilizzazione della famiglia, del mondo della scuola, oggi trovano adeguata risposta nei centri cefalea allocati in tutta Italia con più sedi in ogni provincia . La cefalea, anche grazie all’uso di farmaci di nuova generazione, può essere vinta ridonando ai nostri bambini il sorriso e la felicità con la serenità di un futuro migliore che essi meritano.
Dott. Maurizio Tenuta – Neurologo