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Esperienze

Io Mirella e la gru bianca spiega le ali.

Posted: 22/04/2011 alle 7:41 pm   /   by   /   comments (8)

Febbraio 2007.  Come al solito borsa a tracolla, spada, di corsa per strada per non arrivare in ritardo in palestra e al solito arrivo sempre mezzora prima degli altri. Finalmente sono in palestra ,scendo le scale per lo spogliatoio e la panchetta per potermi sedere e riposare un momento mi sembra acqua nel deserto.

Sono le quasi le nove di sera e con calma mi cambio pensando alle cose fatte e a quelle da fare , e sono tante.  Poco dopo entra la mia allieva ed amica Marilena, ci lagniamo come al solito che fuori fa freddo , e in palestra fa un caldo bestiale. Che stanchezza stasera! Come va? Doveva venire una nuova ma come al solito il Tai Ji fa un po’ paura e rimaniamo sempre i soliti tre gatti.

Poi Marilena mi guarda, si ferma e mi dice di botto : te la senti di accettare una sfida? Cosa? Rido e credo che mi vuole sfidare con qualche scemenza, la prendo in giro e continuo a vestirmi. Ma lei continua ad avere uno sguardo strano, vuole dirmi qualcosa e non sa come iniziare. Marilena dimmi!

E così viene fuori il nome di Mirella. Sai Elena Mirella è una ragazzina di dodici anni nata prematura e con diversi problemi. Per molto tempo è costretta a stare su una sedia a rotelle anche se ogni tanto fa qualche passo ma con tanta difficoltà. La parte sinistra del suo corpo non si muove come quella destra e il braccino sinistro è quasi sempre stretto vicino al corpo. I movimenti delle mani non sono sempre gestibili e a volte si fatica un poco ad articolare una frase per intero.

Ma è bella ed intelligente, anche se a volte sembra che ragioni come una bimba di qualche anno più piccola. Ma gli occhi! Gli occhi di Mirella sono due stelle limpide e splendenti, sono occhi gioiosi e allegri,a volte curiosi e che ti entrano nell’anima ogni volta che ti guardano. Elena vuoi insegnare il Tai Ji a Mirella?

Mi sto infilando i pantaloni e par un momento rimango ferma e stranamente il mio cuore ha un battito in più. Però! Forse è quel vizietto che ha la mia valvola

mitralica e che ogni tanto mi ricorda in che modo strampalato batte questo strano muscolo che ho nel petto.

Marilena stai scherzando? Io non sono altro che una piccola istruttrice di quella cosa strana che è il Tai Ji Quan conosciuta talmente tanto poco che quando la nomino le persone

Strabuzzano gli occhi e mi chiedono se fa dimagrire, se è yoga (nel migliore dei casi), se si impara a fare a mazzate (nel peggiore), e io poveraccia capisco

Che chi mi chiede questo è l’ennesimo potenziale allievo che andrà a fare tennis o piscina.

E poi non ho mai sentito o saputo che si potesse insegnare a persone con questi problemi così gravi. Ma Marilena non si perde di animo; essendo persona che di anime se ne intende perché è una insegnante (di quelle vere!), di quelle che prima di insegnare l’italiano, poiché Ama i propri alunni, ritiene che sia importante insegnare a vivere; rilancia e mi dice che la sfida non viene da lei ma direttamente dalla mamma e dal papà di Mirella.

Tum —tum , il cuore risponde, va bene , ma prima voglio vederla. Ok sabato alle 18 ci vediamo in via dei Mercanti e andremo insieme a conoscere Mirella.

Faccio lezione normalmente ma quando sono sulla via per tornare a casa, borsa a tracolla e spada stretta nella mano, sono pentita di avere accettato, ho capito che mi sono infilata in qualcosa più grande di me. Ma chi me lo ha fatto fare! Turn- tum e il cuore mi chiama dal profondo: cosa credi che sono solo un muscolo?

Batto male ma continuo a battere nel tuo petto perche possano accaderti cose meravigliose come questa. Va bene accetto la sfida.

E’ sabato e alle 18 in punto vedo sbucare Marilena da lontano , oramai sono in ballo , siamo emozionate ma decise , un sorriso e andiamo.

II portone a antico e le scale sono fatte di gradini alti, forse 6 per questo che arrivate al terzo piano prima di bussare alla porta avevo il batticuore?

Ma poi la porta si apre e il calore della casa di Mirella e del sorriso della sua mamma mi avvolgono in un dolcissimo abbraccio e tutto diventa naturale e giusto che sia.

E una casa di artisti e ovunque si posi lo sguardo c’è una cosa bella; entro e guardo sulla mia destra e accanto al camino a seduta Mirella, lei sa chi sono io e voltandosi  fa entrare i suoi occhi nei miei. Ciao io sono Elena. Mi guarda , mi valuta , mi pesa, mi da la manina destra , fredda come un pezzetto di ghiaccio, mi sorride e mi dice: lo sa che abbiamo fatto la festa della levata del Bambino? Che peccato che non c’eri! Mi ha accettata. Marilena le ha portato le caramelle e tra caffè caramelle e risate ogni tanto Mirella prova a mettere nella mia mano la manina sinistra che ha molto spesso movimenti incontrollati. Cerco di dominare la mia emozione e riesco a stabilire un contatto dando fiducia a quella manina che non riesce a stare nella mia normalmente. Piano piano le sue mani cominciano a riscaldarsi; sono riuscita a trasmetterle un poco del mio CHI?

Non diciamo scemenze , è solo che le mie mani erano più calde! Bene si comincia lunedì mattina alle 11

Lunedì mattina 10e30 scendo di casa come at solito correndo come una pazza. E come al solito incontro i soliti sguardi che con tanta simpatia mi fanno capire che se vado in giro con spade , sciabole, e grossi ventagli (in pieno freddissimo inverno) forse c’è qualcosa che non va!

Buon giorno Alfonsina, buon giorno don Antonio, buon giorno all’amica del piano di sopra e una carezza al cane Beethoven e continuo a pensare come fare a parlare del Tai Ji a Mirella? Arrivo al portone salgo le scale e ho una paura fregata , questa volta sono sola. Ma sulle scale trovo un simpatico signore con una bella barba bianca che traffica con degli operai che stanno Installando un’ ascensore nuovo. Buon giorno sono Elena l’ istruttore di Tai Ji . Hoo ! Buon giorno io sono il papà di Mirella, prego accomodati. E mi fa strada. Mi da fiducia questo

Signore che con poche e semplici parole mi racconta gli anni di lotte contro le cattive persone e la burocrazia per potere ottenere il permesso di installare un’ ascensore all’ interno

Portone per dare a Mirella opportunità di uscire di casa senza che i genitori si uccidessero di fatica su quei gradini tanto alti e per tre piani di seguito.

Una stretta di mano e mi concede fiducia anche se non sa assolutamente quello che io propongo per il bene della sua bambina. Sono tanto contenta il caso ha voluto che io arrivassi insieme al nuovo ascensore!

Ora siamo sedute , una di fronte all’altra. Lei un po’ nervosa perché non sa cosa deve fare, io completamente in palla perché non so come iniziare.

Palla? Si prendiamo una palla! Provo a farle fare piccoli esercizi con entrambe le mani ma la sinistra risponde male e la palla cade spesso.

Allora cominciamo a parlare con sinistrina e le diciamo che deve mantenere la palla come destrina e ridiamo di questo strano dialogo con le piccole mani.

Piano piano la palla diventa un bimbo piccolo da dondolare e la palla non cade più.

Dondola, dondola, sale, scende ,ruota tra le mani, cade, ma siamo testarde e la riprendiamo ; forza Mirella! Alza le braccia, prendi la palla dall’alto,lo fa, non credo ai miei occhi.

Non voglio illudermi, passano i giorni e ogni volta finita la lezione ho bisogno di camminare , di ragionare, di sbrogliare la matassa dei miei dubbi.

Non voglio illudere nemmeno le care persone che credono in me e in quello che faccio; allora chiamo il mio caro maestro Daniele che vive a Modena e gli spiego la situazione.

Inconsciamente speravo che mi dissuadesse dal continuare, che mi facesse vedere terribili catastrofi e invece con la sua solita calma e saggezza (e io lo vedo sorridere dietro i suoi occhialetti), oltre a non dissuadermi mi incoraggia dandomi dei buoni consigli. Ridendo mi chiede se credo che quello che faccio possa fare del male e al mio no, prendendomi in giro, mi dice che

forse la mia Mirella non diventerà un’atleta ma se solo riuscirò a farle tenere i piedi paralleli e ben piantati per terra e a farle muovere le mani in maniera coordinata devo essere contenta. Ho imparato la lezione.

I giorni passano e per farle muovere le braccia mi invento gli esercizi più strani, e quello che la fa tanto ridere è l’esercizio della gallina; forza Mirella batti le ali come le galline, e ora alza le braccia come se fossimo uccellini che spiccano il volo, fermiamo il traffico come fanno i vigili ; difendiamoci il cuore con destrina e sinistrino, prendi il mio braccio e spingimi via, e ora con tutte e due le mani spingi via chi ti vuole prendere la catenina. Ancora una volta non credo ai miei occhi!

Finalmente la palla di Barbie diventa una palla immaginaria e a modo nostro cominciamo a studiare la forma 8 del TI JI QUAN.

A volte mentre pratichiamo le sue mani diventano’ bollenti e io quasi mi spavento, ma poi ripenso alle parole del maestro Daniele (lei lo chiama il vecchio maestro), e vado avanti sicura che stiamo lavorando bene.

Passano i giorni e passa anche l’inverno e Mirella diventa signorina, in pochi mesi il suo corpo si trasforma, si arrotonda e la dolcezza di vedere la meraviglia del cambiamento da bimba ad adolescente a volte toglie il respiro; lo sguardo è vellutato e il sorriso dice più delle parole.

Purtroppo quando gli ormoni ballano già in un corpo perfettamente sano portano piccole difficoltà, ovviamente per la bimba, che nella vita non si è risparmiata niente, è arrivato un periodo difficile. Piccole crisi ma grosse paure per tutti noi e quindi visite, medici e ospedali; ma poi ringraziando il Signore e la sanità ,che a volte funziona, con le cure necessarie Mirella sta bene.

Ma tutto questo periodo probabilmente aveva lasciato la bimba, mi piace chiamarla così, in un leggero stato di strano torpore e i rigurgiti dei miei dubbi iniziali mi mettevano in crisi di nuovo. Non ero più convinta sull’opportunità di pretendere delle risposte concrete da chi non è certamente in splendida forma, quando poi è già così difficile avere buoni risultati da persone adulte e perfettamente sane.

Poi  è arrivato lunedì e la telefonata di Mirella con la richiesta forte e determinata di continuare la nostra  avventura.

E sconvolgente il coraggio di questa piccola signorinella che ha imparato a non piegare la testa e lo sguardo perchè altrimenti energia non riesce a raggiungere il dan tian superiore e quindi non può circolare..

Ma è mai possibile che adesso fa lezione lei a me? Si , mi da lezioni di vita ogni volta che anche se stanca mi chiede di continuare, ogni volta che si illumina perché ha capito il movimento come si fa e soprattutto qual è il suo significato. Mi insegna ad essere umile ogni volta che con coraggio torna a rifare gli stessi movimenti  perché  non ha capito. Mi insegna che ogni piccola vittoria può essere una gioia, e la gioia di vivere anche su una sedia a rotelle e formata dalle piccole cose e dalle piccole vittorie. A proposito della sedia a rotelle! Finalmente abbiamo deciso che è arrivato il momento di alzarsi e cominciare una nuova avventura. Forza Mirella dimostra al mondo che anche un piccolo uccellino al quale la vita ha stropicciato le ali può trasformarsi in una bellissima gru bianca che spiega le ali.

Dedicato a tutti gli uccellini ai quali la vita ha stropicciato le ali.

Elena Russo – Maestro Tai Chi Chuan