Salute
Imparare a convive col diabete
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Monica Priore, 35 anni, di Mesagne (Brindisi), diabetica di tipo 1, definita il “Sogno blu”del nuoto, protagonista di straordinarie imprese, racconta alla Redazione di Informa la sua soddisfazione più grande: essere diventata un esempio per gli altri.
- A qual età hai scoperto di avere il diabete?
A soli cinque anni , nel 1981. In quegli anni, l’atteggiamento rispetto alla malattia era più stigmatizzante, i medici, ad esempio, consigliarono ai miei genitori di non farmi praticare attività sportive troppo impegnative. I miei familiari divennero apprensivi, mi sentivo come in una campana di vetro. - Come è cambiata la tua vita ,se è cambiata, dal momento della diagnosi?
Sì certo, è cambiata molto. Inconsciamente, forse per un processo di autodifesa, ho cancellato molti ricordi della mia infanzia ed ho scoperto che come me tanti altri diabetici, hanno fatto lo stesso. È inaccettabile, scoprire da piccoli di dover convivere una vita intera col diabete, all’inizio lo rifiuti, non vuoi accettare la malattia e così inizi a covare tanta rabbia. - Quando ti sei avvicinata allo sport e quale difficoltà hai trovato?
A 12 anni, ho iniziato a giocare a pallavolo convinta di poter canalizzare tutta la mia rabbia nello sport. Riscattarmi dalla malattia, da quel senso di diversità che vivevo. A 17 anni, sono entrata in Federazione ed ho incontrato la prima grande difficoltà: per svolgere l’attività agonistica è necessario avere il certificato medico del diabetologo che attesta un buon compenso glico-metabolico, che io non ebbi, così decisi per ripiego di dedicarmi al nuoto. Anche lì all’inizio, ho incontrato alcune difficoltà, gli istruttori tendevano sempre a trattarmi diversamente dagli altri atleti per paura di miei malori, ma pian piano arrivarono le prime soddisfazioni, nel 2004, per esempio, nelle gare regionali di stile libero, conquistando un bronzo. - Quali benefici ha portato lo sport nella tua vita?
Ho imparato come reagisce il mio corpo allo sforzo fisico e a gestire la mia condizione di diabetica. Per esempio, praticando sport regolarmente, ho iniziato a diminuire le unità di insulina giornaliere. Non sentivo più la mia intera esistenza condizionata, ero io a controllarla. Ne consegue una maggiore autostima , e poi, salire sul podio della vita è una grande gratifica! - Quando hai pensato di compiere delle imprese memorabili?
Il 21 Luglio 2007, ho attraversato a nuoto lo stretto di Messina: prima diabetica in Europa a compiere questa impresa. Volevo dimostrare a me stessa e a chi come me, è affetto da questa patologia, che con volontà e determinazione, siamo in grado di raggiungere traguardi, una volta impensabili. Nel 2010, un’altra donna diabetica, ha ripetuto la traversata, sono felice di aver dato l’esempio, nel nuoto , con le mie imprese, è proprio il caso di dire, che ho aperto le acque a tante altre persone. Il 4 Settembre del 2010, ho attraversato, Capri- Meta di Sorrento, 21 km col vento di maestrale sfavorevole e le acque agitate. Il riconoscimento del Presidente della Repubblica Napolitano, una medaglia per l’impresa, molti grandi nuotatori mi chiamarono per congratularsi, ma la soddisfazione più grande, fu trovare a Meta di Sorrento, tanti ragazzi diabetici ad aspettarmi. Chiamandomi per scherzo “Vip”, dicono che sono una”Wonder Woman” , ma io sento di essere solo una persona messasi in gioco per dimostrare agli altri che con grande impegno e determinazione, si può raggiungere qualsiasi traguardo, senza doversi per forza sentire diversi dal resto del mondo. - Quale messaggio vuoi mandare alle persone vittime del diabete?
Imparare a volersi bene. Capire che curandosi nel migliore dei modi, con tutti gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione, nulla ci è precluso, non siamo più vittime del diabete. Medici sportivi del Coni, sottoponendomi a diversi test fisici hanno riscontrato che ho le stesse caratteristiche fisiche comuni a tanti atleti. Imparando a convivere con questa malattia e gestendola nel migliore dei modi, è possibile vivere una vita normale, senza tante preclusioni e perché no, vivere anche una vita da campioni!
Linda Ansalone – Redattrice Informa