Uno di noi
Tanta forza di volontà e le persone giuste
Dieci anni fa, con le braccia paralizzate a causa di alcune protrusioni cervicali e una gamba bloccata per una sciatalgia acuta, moralmente a pezzi uscivo dallo studio medico di un luminario della neurochirurgia, che in modo crudo ma con onestà professionale mi disse “non sei operabile perché sarebbe un intervento rischiosissimo,
anzi impossibile, devi convivere con il problema, cerca di reagire, ma impara a convivere con i dolori, non puoi sicuramente recuperare la forma fisica che avevi…” Mi sentivo in un tunnel senza uscita, io che sino a pochi mesi prima, mi sentivo invulnerabile sulla mia bici, praticavo il cicloturismo, facendo viaggi sia in Italia che all’estero. Ora mi trovavo ad un bivio, lasciarmi andare completamente o reagire, con tutte le mie forze. Inutile parlare del calvario fisico e psicologico che è durato per alcuni anni. Con una forza di volontà enorme cercai ancora ogni soluzione, per caso ho conosciuto un’Osteopata, che con alcune manovre riuscì a sbloccare la cervicale, e alleviare tutte le compressioni sulla colonna vertebrale, come per miracolo riuscivo a muovere liberamente le braccia ed a camminare normalmente, le terapie mi avevano sbloccato il fisico ma il blocco psicologico dovevo rimuoverlo io! Per prima cosa buttai via tutti i medicinali, poi iniziai di nuovo a pensare allo sport come medicina del corpo, pian piano, con l’aiuto di un mio carissimo amico, iniziai a riprendere la bici, ma per riprendere dovevo prima recuperare la forma, perché il ciclismo e soprattutto il cicloturismo come lo intendo e lo pratico non è uno sport in cui si può improvvisare. Allora sono ritornato in palestra, chiedendo un programma specifico per il mio problema e per il mio scopo. L’inizio fu duro, spesso mi sono anche trovato sul punto di mollare, ma presto è sopraggiunta quella voglia e quella determinazione che avevo perso. Spesso ho ricevuto anche dei sani rimproveri dall’amico Dario, perché decidevo di seguire diete alimentari e metodi di allenamento diciamo “casarecci”…
Grazie anche ai sui consigli , alle indicazioni che mi ha dato e al costante allenamento in palestra mi sono rimesso in bici alla grande, infatti, dopo ho realizzato viaggi più impegnativi,di di quelli fatti prima del mio incidente. Viaggiare in bici significa anche portarsi dietro almeno 20 kg di bagaglio, senza una preparazione fisica, che diventa la base su cui contare, si rischia di mettere a rischio anche il proprio benessere, oltre che il piacere di fare lo sport preferito.
Quale luogo migliore di una palestra, può dare questo? Ma è importante anche trovare la persona competente per “somministrare” queste necessarie cure!… Ho riflettuto molto su questo, soprattutto durante uno dei miei viaggi più impegnativi, un viaggio che mi ha portato lungo tutta la costa del mare del nord dal Belgio alla Danimarca e ritorno (1800 km), dopo 13 giorni di costante pedalare, pensavo “se non fosse per il fondo che ho fatto quest’inverno in palestra, sicuramente ora avrei dovuto mollare… “ Dopo questa mia esperienza, intendo la palestra come l’integratore fisico che mi permette di fare lo sport che più mi piace.
Rosario Landi