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Seconda Giornata della Scuola Medica Salernitana dedicata alla “Medicina Traslazionale”
L’Università degli Studi di Salerno ha ospitato venerdì 26 ottobre la seconda delle Giornate della Scuola Medica Salernitana. Luminari italiani ed internazionali sono stati protagonisti dell’importante convegno scientifico “Medicina Traslazionale: ricerca e futuro”.
Il Rettore dell’ateneo salernitano Raimondo Pasquino, nell’introdurre i lavori, ha esortato alla cooperazione ed interazione tra le strutture ospedaliere e l’università, superando “gli egoismi e mettendo insieme beni comuni”. “La traslazionalità – sottolinea il Magnifico – è la risposta a chi sa che la medicina non può essere chiusa, ma necessita di contatti e di scambi di competenze, sfruttando anche le potenzialità delle facoltà umanistiche”. Silvestro Formisano, Coordinatore didattico Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Salerno e Giuseppe Perillo, Capo Dipartimento Specialità Mediche A.O. Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, hanno moderato gli interventi successivi.
Il prof. Walter J. Freeman, neuroscienziato di fama mondiale della Graduate School alla University of California – Berkeley, nella sua lectio ha spiegato i “Modelli neurodinamici del cervello in psichiatria”. Oggi, secondo il prof. Freeman è possibile “ricostruire il modello basale della neuropsichiatria” e trovare soluzione ai problemi della “percezione multisensoriale“, grazie allo studio delle attività di background (background activities). Le “attività neurali” di background vengono analizzate esemplificativamente negli animali, che reagiscono agli stimoli con un’eccitazione mutuale. Il prof. statunitense, sulla scia della medicina traslazionale, ripercorre la storia della neuropsichiatria ritrovando le basi della sua neurodinamica nella “teoria della intenzionalità” di Tommaso d’Aquino.
Freeman sostiene una visione fisiologica del cervello e della mente e spiega: “il cervello è costantemente attivo, consuma energia che si disperde come calore. Non è in equilibrio come molti sostengono, ma è un open system. Il modello della percezione può essere quindi ben abbinato al ciclo termodinamico di Carnot”.
Paolo Barone, Ordinario di Neurologia Università degli Studi di Salerno, definisce la malattia di Parkinson “malattia bipedale”. Il grande studioso ha evidenziato come solo la specie umana “bipede” sia colpita dal morbo, che non colpisce gli animali. E sembra proprio che il Parkinson determini in chi ne è afflitto un “ritorno indietro di parecchie funzioni”, assomigliando sempre più al modello umano primitivo non raffinato. Barone sostiene oggi l’applicabilità del modello del Parkinson a “tutte le malattie degenerative”.
Finora la malattia è stata concepita come “disturbo motorio” (o meglio malattia del sistema dopaminergico), ma integrando lo studio di psichiatria e neurologia è possibile considerarla come un “disturbo neuropsichiatrico”. Sono i disturbi cognitivi il tratto certo della malattia ancor più di quelli motori . Sintomi “non” motori come iposmia (riduzione dell’olfatto), depressione, stipsi, disfunzione autonomica, disordini comportamentali durante la fase REM, possono essere un campanello d’allarme ancor più del tremore (che appare solo nel 60% dei parkinsoniani). Anche il prof. Barone sostiene una nuova visione, quasi “olistica” che ci porti a riconsiderare il sistema complesso del cervello.
Francesco Di Salle, Ordinario di Neuroradiologia Università degli Studi di Salerno illustra le nuovissime metodologie per l’immagine cerebrale. Il neuroimaging apre delle vere e proprie “finestre sulla mente”, costituendo una “rivoluzione copernicana” nelle neuroscienze. Sono possibili studi volumetrici delle superfici cerebrali finora impensabili, essendo le immagini sempre più nitide e dettagliate. Il neuroimaging, che consente anche di vedere come l’uso quotidiano del cervello ne cambi la morfologia, apre nuove prospettive per la diagnostica e consentirà di investigare nuovamente su numerose malattie.
Renato Saponiero, Direttore Dipartimento Neuroscienze e Patologie Cranio-Facciali A.O. Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ha spiegato le “Nuove tecniche nelle emergenze neurologiche vascolari”. L’aneurisma cerebrale comporta una mortalità del 40%. Diventa dunque fondamentale “un’accurata diagnosi precoce” per ridurne gli effetti devastanti. Oggi importantissime sono le TC multislices e la terapia endovascolare.
A chiudere il convegno, l’allocuzione del Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, Adelfio Elio Cardinale*.
Nel pomeriggio si è tenuta la cerimonia di Consegna dei Premi Internazionali “Scuola Medica Salernitana”. I riconoscimenti sono andati a Walter J. Freeman (Premio alla Carriera), Lucio Miele (Premio per la Ricerca), Gennaro Nuzzo (Premio Medico dell’Anno), David Gentilcore (Premio per la Storia della Medicina), Piero Angela (Premio per il Giornalismo Scientifico), Carlo Riccio (Premio alla Carriera in Odontoiatria), Lorenzo Lo Muzio (Premio per la Ricerca in Odontoiatria). Circondati da personalità del mondo scientifico e da autorità, nella suggestiva cornice della precedente premiazione, hanno pronunciato il solenne Giuramento i neolaureati iscritti all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Salerno con la Cerimonia di Laurea in costume d’epoca secondo la tradizione della Scuola Medica Salernitana, a cura di Gaetano Stella.
* Sarà dedicato un intero articolo all’intervento del Prof. Cardinale
Foto : Lectio Prof. Walter J.Freeman