Approfondimenti, Studi e Ricerche
Vivere è anche … Contemplare
Inutile dirlo: combattere “contro il ritmo frenetico della vita moderna” (come sentenziava un vecchio slogan pubblicitario) sembra impossibile. Fronteggiando gli impegni di lavoro, casa, famiglia, adempimenti burocratici e interessi vari, il tempo da dedicare a sé stessi, o alle cose che ci piacciono, sparisce ingoiato dagli affanni quotidiani. Nei casi migliori è solo un ritaglio di tempo, diciamo “residuale”.
Molto tempo è purtroppo anche tempo “morto”, nel senso che ad un impegno è necessario aggiungervi un surplus di tempo per spostarsi (intrappolati nel traffico o in attesa di trasporti inefficienti); oppure la ridondanza della burocrazia che costringe a ripetuti ritorni sulla medesima questione.
Come dice Serge Latouche : “viviamo più a lungo (in media), ma senza avere mai il tempo di vivere”.
Tuttavia c’è da chiedersi: fatta la tara degli impegni inderogabili e dei tempi “morti” che tolgono pezzi di vita vera e propria, siamo certi che nelle nostre giornate è proprio tutto indispensabile ed utile? Non si cono cose che potremmo eliminare per far spazio ad altro? È certo che fare questa operazione con onestà mentale porterebbe dei frutti. Dopo il reset delle nostre agende del tempo potrebbe avanzare. Dedicare quel tempo “vuoto” agli hobby, ai sogni, agli amici, alle passioni trascurate, non solo è tempo utile, ma anzi è il miglior modo che abbiamo per occupare il tempo. E ancor più saggio sarebbero se quel tempo restasse anche “vuoto” per dare respiro alla mente, dedicarsi a meditare, leggere, riflettere, contemplare un paesaggio, un quadro o un catalogo di foto o d’arte.
Purtroppo in una società dove produrre è imperativo categorico e l’unico modo socialmente accettabile di esistere, lo stare “con le mani in mano” ci comporta un senso di colpa, ci sentiamo improduttivi e pensiamo di “perdere tempo”. Ma solo nel “perdere” tempo possiamo “ri-trovare” noi stessi; in un tempo vuoto di impegni ma ricco di introspezione possiamo entrare in contatto con la parte più intima di noi. Infatti abbiamo perso a tal punto confidenza con il nostro mondo interiore che stare senza far nulla, e perfino stare soli con noi stessi, ci mette a disagio.
…continua a leggere l’articolo a pagina 13 del numero 18 di Informa – Ecologia del Benessere
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