Formazione, Il cristallino
“La famiglia nello sguardo dei bambini”: intervista all’autrice Marisa D’Arrigo
Venerdì 7 giugno, presso il Centro Studi Psicosoma a Castel San Giorgio (SA) si terrà un incontro sul tema “La famiglia nello sguardo dei bambini”. Saranno presenti, oltre al pubblico e agli addetti ai lavori, Marisa D’Arrigo e Stefania Sansone, autrici del libro dall’omonimo titolo edito da Mediserve e già recensito su rivistainforma.it*.
Rivistainforma.it ha intervistato la Psicoterapeuta Marisa D’Arrigo, una delle autrici del libro “La famiglia nello sguardo dei bambini”.
– Nel libro “La famiglia nello sguardo dei bambini” – scritto insieme alla sociologa Stefania Sansone – la famiglia è osservata da un punto di vista privilegiato, ma spesso dimenticato: il punto di vista dei bambini. Non trova che finora, nello studio delle dinamiche familiari, si sia dato poco spazio alla visione dei più piccoli?
Mi vengono in mente un Film “I bambini ci guardano” realizzato da Vittorio de Sica in collaborazione con Cesare Zavattini subito dopo la guerra ed un’inchiesta Rai “I bambini e noi” ideata da Luigi Comencini intorno agli anni 70. In entrambe le produzioni (la storia del film e la tematica dell’inchiesta) i registi assumono totalmente il punto di vista del bambino ed anche la macchina da presa è “ad altezza bambino”. Bisogna infatti “abbassarsi” per capire da lì cosa si vede e come si vede, mantenendo però la possibilità della posizione eretta, di una visione più alta e più ampia che solo l’altezza e la maggiore età possono dare. Lo studio della psicologia infantile è storicamente partito dai disegni, dalle fantasie, dai giochi dei bambini e dal tentativo di comprenderne il significato più profondo; il problema è che tutti (genitori, insegnanti, ma anche giudici ed avvocati-sto pensando alle separazioni altamente conflittuali-) dovremmo non diventare piccoli come dei bambini ma ricordarci ogni tanto di accovacciarci, in ultima analisi “fare ginnastica”.
– Nel suo libro vengono considerati nuovi modelli familiari come quello della famiglia allargata. Quanto è importante fare i conti con la società in evoluzione quando si trattano questi temi?
La società cambia, che lo si voglia o no, ed il compito degli adulti nei confronti dei piccoli è sempre quello di filtrare gli stimoli che provengono dall’esterno e di favorire la fiduciosa espansione verso questo esterno. Separazioni, divorzi, famiglie ricostituite sono sempre più frequenti, si creano nuove condizioni, nuove relazioni e nuovi legami per cui, come detto nel libro, ancora non esistono parole specifiche.
Forse a volte noi adulti siamo ancora più disorientati dei nostri figli e questo sì che crea problema, perché in fondo un bambino riesce ad affrontare tutto nella misura in cui la mano che lo guida sia salda e rassicurante. Ho visto genitori separati da anni che continuavano a trattare i loro figli come degli stupidi inventandosi fantomatici impegni di lavoro del papà pur di non pronunciare la parola “separazione”. L’effetto di tutto questo nei figli era disorientamento, perdita di fiducia, ansia ecc.
– I bambini vanno protetti ed ascoltati. Abbiamo l’impressione che talvolta, nella scelta tra un’accusa ingiusta al genitore e l’eventuale danno al bambino si preferisca il secondo male. È una generalizzazione sbagliata o spesso, pur di non recar danno agli adulti, i bambini vengono messi in secondo piano?
I fatti di cronaca lo confermano (mi riferisco al bambino di Padova ed ai bambini di Battipaglia), non sempre l’intervento della legge è “ad altezza di bambino”. Del resto l’affido condiviso, pur partendo da un principio teorico con cui non si può non concordare, frequentemente sembra rispondere alla esigenza di condivisione del diritto dei genitori “dividendo” (mi scusi il gioco di parole) il bambino. Anche l’istituto dell’adozione (un istituto molto antico e nato originariamente sulla base di un’esigenza patrimoniale) a volte ancora adesso sembra dover soddisfare il diritto dei genitori ad avere un figlio più che quello del bambino ad avere una famiglia.
– Quali caratteristiche rendono una famiglia il primario luogo del “benessere” del bambino? Quali la allontanano da questa definizione?
La famiglia è il nido, il luogo delle radici ma anche il trampolino di lancio. Nella famiglia dominano gli affetti che veicolano tutto ed è su una base affettiva che in famiglia si acquisiscono le norme (base del vivere sociale), il prendersi cura, la reciprocità, la gratuità. Una famiglia che metta le basi del “benessere” del bambino non è un luogo senza conflitti, ma un luogo dove si impara a tollerare e a superare i conflitti, non è un luogo senza differenze (di ruolo, di età, di competenze ecc.) ma un luogo che riconosce e valorizza le differenze, non è un luogo dove non esistono i problemi, le delusioni, gli errori ma un luogo in cui tutto questo possa diventare esperienza e storia condivisa.
Teresa Maddalo
Venerdì 7 giugno 2013
ore 18.00
Incontro sul tema
“La famiglia nello sguardo dei bambini”
con la partecipazione di
Marisa D’Arrigo e Stefania Sansone
Bruno Carmela, Linda Di Lieto, Anna Panariti, Paola Sabatino, Maria Tagliamonte
Centro Studi Psicosoma
c/o Studio Pellegrino
Via Pietro Fimiani 15/III – Castel San Giorgio (SA)
L’ingresso è libero.
Occorre inviare la propria adesione a:
info@ferdinandopellegrino.com
Telefono: 3480506564
*La recensione del libro: https://www.rivistainforma.it/rubriche/le-letture-del-benessere/la-famiglia-nello-sguardo-dei-bambini-di-marisa-darrigo-e-stefania-sansone/