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La psichiatria “sfida” la filosofia dialogando sulla storia e sulle evoluzioni del cervello umano
NAPOLI – La psichiatria “sfida” la filosofia nell’ermeneutica psicofisica del cervello umano. È questa l’idea suggestiva dell’analisi scientifica e del viaggio attraverso la storia del pensiero della medicina e della filosofia alla base del nuovo appuntamento con “L’informazione al servizio della salute”, il ciclo di incontri di approfondimento sulla ricerca scientifica ideati dallo scienziato Marco Salvatore e organizzati dall’Istituto SDN di Ricerca Diagnostica e Nucleare di Napoli.
Il prossimo appuntamento è fissato per Giovedì 17 Settembre alle ore 17 presso la Sala Conferenze dell’Istituto SDN con un “Dialogo attorno al cervello tra storia, filosofia e neuroscienze” nel quale si confronteranno il neuropsichiatra Marco Catani, docente di psichiatria al King’s College di Londra e direttore del NatBrainLab e il filosofo Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero filosofico all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, in un dibattito introdotto e coordinato da Marco Salvatore, direttore scientifico dell’Istituto SDN di Napoli.
Il dialogo prenderà le mosse dagli spunti di riflessione offerti dal volume di Marco Catani e Stefano Sandrone “Brain Renaissance. From Vesalius to Modern Neuroscience” (Oxford University Press, Oxford 2015), che rappresenta un importante percorso multidisciplinare, tra storia, anatomia e neuroscienze alla scoperta di una delle regioni più affascinanti e nel contempo più difficili da studiare e decifrare del corpo umano. La presentazione del volume di Marco Catani sarà anche l’occasione per fare il punto sulle novità dei progetti di ricerca dell’Istituto SDN, svolti proprio in collaborazione con il gruppo di ricerca di Marco Catani al King’s College di Londra, sulle nuove frontiere diagnostiche della Trattografia, una tecnica avanzata di risonanza magnetica, di grande utilità per lo studio delle connessioni fra le diverse aree del cervello e di grande efficacia come strumento prognostico per numerose malattie nervose.
Presentazione del volume “Brain Renaissance”
Scritto con un limpido linguaggio divulgativo il volume di Marco Catani e Stefano Sandrone si rivolge non solo ai medici ma a chiunque sia interessato alla storia, alle ultime acquisizioni e alle direzioni della ricerca nel campo della ‘cartografia’ del cervello. Il volume dimostra che una delle regioni più difficili da esplorare del corpo umano potrà essere compresa con sempre maggiore chiarezza se si saprà connettere l’approccio macroscopico (esame della struttura e della funzione dell’intero cervello mediante le tecniche del neuroimaging) a quello microscopico (analisi dei miliardi di cellule che compongono il cervello, dando vita a circuiti locali, la cui combinazione produce a sua volta reti complesse). Punto di partenza del viaggio esplorativo e scientifico ed eroe eponimo della ricerca è il fiammingo Andrea Vesalio, padre dell’anatomia moderna. La sua opera maggiore, i sette libri De humani corporis fabrica, edita nel 1543, segna un vero e proprio mutamento di paradigma: se la tradizione anatomica precedente era contraddistinta dalla prevalenza della descrizione sull’osservazione diretta, e della parola sull’immagine, con Vesalio la dissezione diventa il presupposto di un’indagine scientificamente rigorosa del corpo e l’interazione tra il testo e le immagini si rivela sempre più imprescindibile. Un mutamento di paradigma essenziale anche per le neuroscienze contemporanee, soprattutto per metterle al riparo dal rischio di ‘innamorarsi’ di modelli astratti privi di riscontro anatomico oggettivo, ripetendo l’errore di Cartesio. Ma, come ogni innovatore radicale, Vesalio fu anche vittima di ostracismi e incomprensioni. Ecco perché la sua vita, a cinquecento anni dalla nascita e a 450 dalla morte, appare ora come ‘esemplarmente’ moderna, come la vita di uno scienziato e umanista che attraversa tutte le tensioni della modernità, al punto che la coincidenza tra la sua morte e la nascita di Galileo viene presentata giustamente nel volume come simbolico un passaggio di testimone, essendo, i due scienziati, accomunati dallo stesso metodo di ricerca.
L’autore Marco Catani
Neuroanatomista e neuropsichiatra al King’s College di Londra, Marco Catani dirige il NatBrainLab ed è presidente della International School of Clinical Neuroanatomy. Per le sue ricerche sulla mappatura del cervello umano, ha ricevuto premi di grande prestigio come il Norman Geschwind Prize in Behavioural Neurology (2012) e, nel 2014, il New Investigator Award. Editore della rivista Cortex, uno dei giornali di maggiore impatto scientifico nel settore delle neuroscienze ed autore, con il francese Michel Thiebaut de Schotten, dell’unico testo-atlante dedicato specificamente allo studio delle connessioni fra le diverse aree del cervello: “Atlas of Human Brain Connections”.
Le nuove frontiere diagnostiche della Trattografia per l’esplorazione del cervello
Grazie all’evoluzione tecnologica dei metodi di analisi, la trattografia è oggi in grado di fornire, nel corso di una risonanza magnetica cerebrale, informazioni più dettagliate sulle proprietà della sostanza bianca del cervello, permettendo di analizzare in maniera non invasiva strutture descritte alcuni secoli fa con la dissezione post-mortem. Quindi la vera ‘rivoluzione’, è la riscoperta e caratterizzazione di alcune strutture cerebrali finora non esplorabili con le tecniche standard. “Si tratta di un nuovo strumento di indagine per la caratterizzazione delle patologie neurologiche e per la comprensione dei meccanismi cerebrali – anticipa il fisico Marco Aiello, responsabile dell’elaborazione delle immagini dell’Istituto SDN – che permette, ad esempio, di creare una mappatura individuale delle connessioni cerebrali che offre la possibilità di predire la capacità di recupero di funzioni complesse, come ad esempio il linguaggio nei pazienti con ischemia cerebrale”.
La Trattografia e l’ischemia cerebrale
La più recente applicazione della Trattografia, oramai tecnica consolidata proprio all’Istituto SDN di Napoli, è la valutazione nei pazienti che hanno sviluppato disturbi del linguaggio dopo ischemia cerebrale, di un fascio recentemente descritto (Frontal Aslant Tract), la cui funzione sembra correlata al possibile recupero dopo l’evento ischemico.
La tecnica della Trattografia, abbinata all’utilizzo di tecniche avanzate di elaborazione delle immagini, alcune sviluppate proprio dal gruppo di Marco Catani, è stata inoltre applicata in differenti patologie del sistema nervoso centrale, sia in ambito diagnostico che prognostico. Il gruppo di ricerca dell’SDN, all’avanguardia in questo campo, ha recentemente pubblicato uno studio con questa metodica identificando l’alterazione di un fascio (il fornice), come possibile attore nello sviluppo di alcuni sintomi.
Recenti evidenze scientifiche, inoltre, assegnano alla Trattografia un ruolo prognostico anche in altre patologie come la Sclerosi Laterale Amiotrofica ed alcuni disordini dello stato di coscienza. “La Trattografia – spiega Aiello – rappresenta un metodo non invasivo per esplorare le connessioni tra diverse aree cerebrali, consentendo di identificare le alterazioni microstrutturali relative a deficit del sistema nervoso centrale”. La metodica necessita di una configurazione dedicata e può essere effettuata senza alcuna sedazione o preparazione durante la normale indagine di Risonanza Magnetica, prolungando l’indagine di soli dieci-quindici minuti”.
I tumori cerebrali: il futuro terapeutico applicativo della Trattografia
Attualmente esistono anche altri studi di sperimentazione clinica per la guida al trattamento neurochirurgico di tumori del cervello. In questo ambito la metodica trattografica si è dimostrata estremamente efficace nel definire i rapporti del tumore con determinati fasci cerebrali, al fine di indirizzare il neurochirurgo verso la via di accesso più appropriata e l’approccio meno debilitante per il paziente, in termini di risparmio di funzioni. Un’ulteriore applicazione della Trattografia, ancora in fase di sperimentazione clinica, è la valutazione come indicatore precoce di malattia, in caso di patologie evolutive degenerative, come l’Alzheimer ed altre demenze. (c. stampa)