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Società del 4% – Parte 4
Passiamo adesso all’ultima parte* della ricerca di A. Preiti ed esaminiamo gli ultimi due gruppi, le “ali” del grafico: il più numeroso in assoluto, rappresentato dagli esclusi con il 66,2% e quello meno numeroso, gli impegnati con il 4,2%.
ESCLUSI – 66,2% – Con un breve identikit del gruppo individuiamo le seguenti caratteristiche. Livello d’istruzione basso, scuola dell’obbligo o anche meno, il 10% sa appena leggere e scrivere. Anche sul versante lavoro non primeggiano, anzi sono decisamente ai margini: solo il 33,4% è occupato, il 27,4% sono ritirati dal lavoro, il 20,5% casalinghe, l’11,2% è in cerca di occupazione. La dislocazione geografica è rappresentata su tutto lo stivale, ma al sud vi è una fetta consistente, il 44,6%. I consumi culturali sono esili: il 57,8% non legge quotidiani, ancor più alta la fetta che non legge libri, il 70%. L’informazione arriva solo attraverso la tv: l’85,6%, e la seguono dalle 4 alle 7 ore al giorno. Solo il 37% ha un computer. Sul versante delle relazioni sociali, amicali, pubbliche, il gruppo è distante da dinamiche aggregative, praticamente autoescluso visto che nutre sfiduciati verso gli altri (83%) non si occupa di politica (quasi il 36% non ne parla mai), non ha fiducia nei partiti (quasi il 44% dà voto zero), non sono soddisfatti della propria vita (23,8%) e delle relazioni sociali. Trovano positive solo quelle familiari. Forse un po’ “familisti amorali”, riprendendo una famosa descrizione di E. Banfield , il report li descrive come un gruppo “che in assoluto ha meno fiducia verso gli altri, verso il mondo esterno” e pertanto “resistono solo famiglia e amici a mantenere il tessuto sociale. Insomma vince il piccolo cerchio personale e non quello collettivo”.
IMPEGNATI 4,2% – Questo gruppo praticamente si contrappone al precedente, il rapporto lo definisce il “gruppo dei super” in molti sensi. Innanzitutto istruzione molto elevata (una percentuale tripla rispetto alla media, 37,4% contro 10,5%); in massima parte occupati (quasi il 55%) e con il 21% di studenti si potrebbe affermare che rappresentino la classe dirigente o che si accinge a diventarlo. Le fasce età più rappresentate in questo gruppo sono quelle centrali in particolare i 30-39 (17,7%) e i 50-59 (16,4%). Geograficamente il gruppo si localizza decisamente al centro e al nord, in particolare Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio. Sono consumatori di vacanze, il 75% ne fa almeno una all’anno, ma una quota doppia (oltre il 22%) rispetto alla media anche più di una; sono salutisti, praticano sport. Contrariamente al gruppo precedente non amano la TV, non la guardano per nulla o al massimo due ore al giorno. Sono invece iperdigitali, il 92% usa il pc e l’81% in maniera continuativa, ovviamente anche tablet, smartphone, laptop. E’ il gruppo dove si legge di più che negli altri gruppi, l’85% legge libri contro una media del 42%; idem dicasi per i quotidiani, il 78% contro una media del 49%. La loro autopercezione è alta: una quota notevole, quasi il 62%, si dice molto o abbastanza soddisfatto della propria vita contro una media generale del 41%. Sono decisamente ottimisti: oltre il 41,4% ritiene che la sua situazione personale migliorerà nei prossimi cinque anni, una quota doppia del dato generale(22,7%). Sono anche molto interessati alla politica: sommando chi ne parla tutti i giorni e chi lo fa più volte a settimana si arriva alla cifra record del 70%. Un altro tratto che li distingue è la grande fiducia negli altri: quasi il 40% ha una percezione positiva della gente, una quota quasi doppia, il 21%, della media generale. Si legge nel rapporto “sembrerebbero quelli che hanno in mano il paese, o comunque questa sensazione è data dal fatto che i media sembrano occuparsi prevalentemente di loro e il dibattito mediatico prevalente tende a coincidere con la loro agenda, con poco spazio per gli altri gruppi”. In una parola rappresenta una élite.
SCISSIONE PROBLEMATICA
Quella che emerge dai numeri della ricerca è concentrata proprio in questi ultimi due gruppi: uno perché tanto numeroso, l’altro perché è quello che “decide”. Ed è del tutto evidente che questi ultimi due gruppi sono in antitesi, ma più che in conflitto dato che non dialogano tra di loro, sembrerebbero ignorarsi vicendevolmente. E’ una scissione problematica del Paese proprio perché nell’agenda del gruppo dirigente (per’altro ristrettissimo) non c’è la maggioranza che a sua volta non fa nulla per farsi ascoltare ed anzi si “autoesclude”. E infatti il rapporto lancia anche la parola d’ordine “ricollegare élite e popolo” perché “la questione centrale è nell’atteggiamento verso il gruppo più rappresentativo della società nazionale, dove ci sono sia istanze di cambiamento (non raccolte o raccolte solo parzialmente) sia istanze regressive. Il punto allora, politicamente, è se assecondarne la componente viscerale per utilizzarne i ricavi sul piano elettorale, o usare la maggioranza per scardinare la società bloccata”.
* Prima parte – Seconda parte – Terza parte
Abstract https://www.academia.edu/12917109/La_Societ%C3%A0_del_4_per_cento
https://www.academia.edu/12917109/La_Societ%C3%A0_del_4_per_cento