Newsletter subscribe

Esperienze

La danza dei desideri

Posted: 04/11/2015 alle 6:24 pm   /   by   /   comments (0)

“La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità”  questo pensiero di Bertrand Russell rende esplicita l’importante  funzione dei desideri ed  evidenzia che la felicità è correlata alla loro realizzazione.
Per esplorare il mondo dei desideri è utile operare una distinzione tra desideri e bisogni.

Il bisogno rappresenta un’esigenza primaria dell’organismo. E’ la base biologica dell’essere vivente, finalizzata a garantire la sopravvivenza e  la conservazione della specie e dell’individuo.

L’ingresso nel  regno del desiderio è rappresentato dal passaggio dalla sfera puramente istintuale dei bisogni primari a quella della conoscenza. Non si ha solo fame, ma fame di quel particolare cibo che ha procurato piacere e soddisfazione. Il desiderio presuppone una mancanza, una carenza che allude ad un qualcosa che si è già conosciuto, la cui  consapevolezza differenzia e trasforma il bisogno istintivo.

Dal bisogno al desiderio, si snoda così  il percorso logico dell’essere in quanto umano, in quanto individuo pensante e parlante. Un percorso di ricerca della propria  soggettività e identità che si esprime con i desideri per essere affermata, provata, verificata.

I desideri evolvono, si modificano,  proiettati in una danza di trasformazione dinamica,  attingendo proprio dal quel  senso di mancanza che permette loro di restare sempre vivi.

E’ importante essere consapevoli dei propri desideri: è fondamentale  identificarli  con chiarezza, per verificare se sono reali o indotti da altri. Tale consapevolezza potenzia anche la fattiva possibilità di gioire della loro realizzazione. Infatti immersi nell’intricata rete di mancanze, si corre il rischio di farsi condizionare, perseguendo desideri ingannevoli, incrementati dal bombardamento della pubblicità che sollecita “desideri di consumare e di apparire”. Ciò determina  delusione,  sfiducia, stress causando  difficoltà nelle relazioni con se stessi e con gli altri.

Sorge spontanea una domanda: se la felicità è correlata alla realizzare di desideri, in che modo possiamo agire per evitare di restare invischiati in situazioni che causano insoddisfazione mancanza di senso, infelicità?

Marcuse con “L’uomo a una dimensione” aveva annunciato il rischio della manipolazione da parte della società industriale che “per il proprio mantenimento, promuove l’ideologia del consumo dei suoi prodotti, diffondendo  falsi desideri massificati e appiattendo la creatività individuale”.

Anche Fromm si esprime in proposito, in “Avere o essere”, sostiene che:  “L’atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell’inghiottimento del mondo intero. Il consumatore è un eterno lattante che strilla per avere il poppatoio… Consumare è una forma dell’avere… I consumatori moderni possono etichettare sè stessi con questa formula: io sono = ciò che ho e che consumo…”

Dunque, il rischio da evitare è restare imprigionati nella spirale di falsi desideri!

Lacan sostiene che i desideri rappresentano il vuoto derivante dalla richiesta di riconoscimento, identità, amore, accoglienza. Ciò non sempre è consapevolizzato e vengono, invece,  valorizzati falsi desideri la cui realizzazione non procura alcuna soddisfazione.

Per riconquistare la libertà dei propri desideri e  riappropriarsi della creatività, della capacità di danzare con i ritmi naturali della vita, è indispensabile:

  • depurarsi dai condizionamenti e dai desideri disfunzionali;
  • modificare le proprie convinzioni limitanti e negative;
  • evitare aspettative irreali e inutili;
  • esprimere gratitudine consapevole, riconoscendo il valore di quello che già c’è, quale leva da cui partire per far emergere i desideri congrui che attivano in noi la felicità;
  • ascoltare i sogni in quanto messaggeri dei propri desideri, esplorarli con attenzione liberamente fluttuante, analizzarli e rappresentarli per svelarne il simbolismo e i significati latenti;
  • assaporare la gioia di tutto il percorso di identificazione dei veri desideri, sostenerli ed impegnarsi attivamente per la loro realizzazione, creando e vivendo, attimo per attimo, la felicità di essere.

Anna Rago – sociologa, counselor, animatore di comunità.