Motivazione, Prevenzione
Lo stile di vita disfunzionale
Lo stress è una parola magica, la si usa in ogni circostanza; anche in medicina quando si vuole interpretare un sintomo non altrimenti spiegabile il medico pronuncia la formula: non si preoccupi, è solo questione di stress, lei non ha niente, deve solo riposare un po’.
Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti (cognitivi, emotivi o sociali) percepiti come eccessivi, ed è allo stesso tempo l’elemento vitale dell’esistenza, rappresenta infatti la tensione con cui si affronta la vita ed è dato dall’equilibrio tra le richieste che provengono dal nostro intimo (ambizioni, desideri) o dall’esterno (necessità di acquistare una casa, di accudire i figli…) e la nostra capacità di farvi fronte in modo adeguato.. Non sono solo gli eventi negativi che complicano la vita delle persone ma anche gli eventi positivi come nel caso di Michele che dopo la nascita del secondo figlio e la contestuale promozione avuta sul lavoro ha cominciato a presentare una forte sintomatologia ansiosa per la sua incapacità di “affrontare e gestire” i cambiamenti della vita.
Lo stress nasce dunque dall’incertezza, dall’insicurezza, dalla paura del futuro, dalla sensazione che si ha quando si perde il “controllo degli eventi della vita”, quando si comincia a ritenere di non essere in grado di gestire con prontezza ed efficacia gli inevitabili cambiamenti, sia positivi che negativi, della vita. In linea di massima ciascun individuo dovrebbe essere in grado di gestire adeguatamente lo stress quotidiano e di adattarsi ad esso nel migliore dei modi (eustress); e quando in certi periodi della vita, i livelli di stress sono alti dovrebbe essere modulato e riportato in condizioni fisiologiche al più presto. Un elevato e persistente grado di tensione nel tempo comporta lo sviluppo di una condizione di disadattamento (distress) con gravi conseguenze sul benessere fisico e psichico dell’individuo. Vissuti di sofferenza interiore non riconosciuti, l’idea errata di non poter far nulla per evitare le conseguenze dello stress e soprattutto una cattiva gestione delle proprie risorse, sfociano in comportamenti disfunzionali quali: il fumo di sigaretta, l’abuso di alcolici, l’alimentazione incontrollata, la non adesione a trattamenti farmacologici laddove sono necessari, la non osservanza dei consigli del medico, che vanno ad alimentare ancor di più il senso di impotenza e sfiducia..
Riconoscendosi incapaci di smettere di fumare o di bere alcolici si compromette, a volte seriamente, la qualità della vita e spesso, proprio per il sovrapporsi di più problemi, tali soggetti pensano di non essere più in grado di condurre una vita normale inducendo in sé una forte tendenza ad alimentare queste condotte, proprio per il senso di rabbia legato alla supposta incapacità di cambiare stile di vita.
Molte persone ricorrono al medico richiedendo certificati per malattia; si dicono stanche, irritabili, incapaci di concentrarsi sul lavoro; spesso queste persone vivono stati di tensione interna non riconosciuta e non trattata. La loro vita sembra essere una fonte di continua tensione e irritabilità nei confronti soprattutto dei familiari e dei colleghi di lavori; arrivano ad essere impulsivi e aggressivi, a rispondere in modo eccessivo anche a piccoli stimoli, arrivando a compromettere le proprie performance familiari e lavorative.
La medicina deve potersi continuamente interrogare su come intervenire e gestire queste situazioni che nel complesso gravano in modo evidente sulla qualità della vita dei pazienti, con notevoli ripercussioni sulla società (crescita ed educazione dei figli, rendimento lavorativo…). Parlare di psicologia del benessere e del mal-essere della vita non vuol dire vedere ovunque problemi psichiatrici; l’evidenza però dell’esistenza pervasiva di stili di vita disfunzionali non può essere messa in discussione.
Cominciamo a riflettere sulla nostra vita, impariamo a considerare i momenti di crisi e di ansia come segnali di disagio, come un invito a rivisitare e riorganizzare la propria vita in termini di ben-essere.
E’ questa la vera sfida della psicologia del positivo che, avendo superato i legami con il modello del patologico, si pone come paradigma fondamentale per lo sviluppo di stili di vita vincenti attraverso percorsi formativi innovativi.
Il cambiamento di prospettiva è determinante e radicale; oggi si parte dal presupposto che la mente umana, nei suoi aspetti cognitivi ed emotivi, possiede le energie sufficienti per creare le condizioni che favoriscono la crescita di personalità mature ed efficaci, con confini ben strutturati e un Io consapevole e forte.
In tale ottica sono state elaborate strategie di intervento come – il fitness cognitivo-emotivo – basate su metodiche di apprendimento che si ispirano ai concetti della moderna psicologia; è così possibile valorizzare al meglio le proprie risorse!
Prof. Ferdinando Pellegrino – Psichiatra/psicoterapeuta
Per approfondire:
- Casolari L, Pellegrino F, Vivere bene, si può? Positive Press, Verona, 2003
- Pellegrino F, Essere o essere leader, Positive Press, Verona, 2002
- Pellegrino F, Valorizzare le risorse umane, Motivati e soddisfatti, Mediserve, Milano-Firenze-Napoli, 2001