Salute
La psoriasi: vivere e convivere con questa malattia.
La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica non contagiosa della pelle che colpisce più di 100 milioni di persone al mondo (in Italia ne sono affette circa 2 milioni e mezzo). Si tratta di una malattia auto-immune che si manifesta attraverso un disordine della proliferazione e dell’attività dei cheratinociti, ossia le cellule dell’epidermide.
Esistono varie forme di psoriasi:
- La psoriasi guttata: si manifesta soprattutto in giovane età con eruzioni rossastre grandi quanto una lenticchia e con margini netti, in genere compare dopo infezioni da Streptococco emolitico di gruppo A in soggetti predisposti.
- La psoriasi volgare: è la forma più comune caratterizzata da placche di più grandi dimensioni rosse o color salmone che possono essere accompagnate da eritema, ispessimento con formazione di squame argentee che si presentano in particolare su ginocchia, gomiti e cuoio capelluto, ma sono frequentemente coinvolte anche unghie, palmi delle mani e piante dei piedi, zona sacrale e periombelicale.
- La psoriasi pustolosa: si presenta con lesioni bollose bianche-giallastre in presenza di cute localmente arrossata ed irritata ed interessa in particolar modo il palmo della mano e la pianta del piede. Il 50% dei pazienti affetti da psoriasi pustolosa presenta anche artrite.
- La psoriasi invertita o inversa: si localizza a livello delle pieghe cutanee con lesioni rosso vivo, per questo motivo i sintomi sono acutizzati dal sudore e l’attrito che si genera dal contatto con gli indumenti.
- La psoriasi eritrodermica: è la forma più severa che interessa tutta o gran parte della cute che risulta infiammata e desquamante con relativa perdita della sua funzione di barriera nei confronti dell’ambiente esterno.
Circa il 15% delle persone affette da psoriasi soffre di un’infiammazione alle articolazioni che provoca i sintomi dell’artrite. Questa malattia si chiama artrite psoriasica.
Sono riportati principalmente due picchi di insorgenza: tra i 20 e i 30 anni e verso i 60 anni. Alla base della malattia c’è un’alterazione genetica che si può trasmettere per via ereditaria ma concorrono anche fattori ambientali (traumi, ferite, stress psichico, farmaci come FANS, betabloccanti, infezioni streptococciche), e stile di vita scorretto; per cui cattiva alimentazione, fumo, alcool, obesità possono aumentare il rischio di incidenza per la loro attività pro-infiammatoria.
Come trattare la psoriasi? In prima linea, soprattutto nelle forme lievi, ci sono i trattamenti topici ad esempio creme, spray, schiume emollienti a base di retinoidi, vitamina D, cortisonici, inibitori tipici della calcineurina. Nelle forme moderate si interviene con la fototerapia, ossia l’esposizione della cute ai raggi UVB a bande strette e PUVA, mentre nelle forme da moderate a severe si preferiscono trattamenti sistemici tradizionali (ciclosporina, methotrexate, ecc.) e farmaci biologici (anticorpi che una volta iniettati nell’organismo riconoscono da soli il luogo dove legarsi bloccando una o più attività delle cellule). Ad oggi, va però sottolineato che la psoriasi non è, purtroppo, solo una malattia cutanea ma è causa di una notevole sofferenza emotiva che può provocare anche problemi di autostima e depressione. È fondamentale, dunque, ritrovare un rapporto di normale convivenza con la propria pelle condividendo la propria condizione anche con altri pazienti o con operatori sanitari, modificando le abitudini che possono favorire lo sviluppo della malattia. Preferire quindi alla vita sedentaria attività sportive, yoga, pilates (pratiche utilizzate per alleviare stati di stress), cure termali, evitare situazioni che generano ansia, seguire le indicazioni del proprio medico attenendosi ai dosaggi e alle modalità di assunzione e/o applicazione dei farmaci o dispositivi dal momento che non esiste una cura migliore di un’altra; ogni paziente risponde in modo diverso alla terapia scelta dal proprio specialista anche in base alla forma da cui è affetto.
Dott.ssa Daniela Pascarella – Farmacista