Salute
Fratture del Femore Prossimale nell’anziano: ecco le Linee Guida SIOT
Dopo la validazione dell’Istituto Superiore di Sanità, il 10 gennaio 2022 sono state pubblicate nel Sistema Nazionale delle Linee Guida, le attese raccomandazioni relative al trattamento di queste fratture nei pazienti over 65
La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, in qualità di capofila, ha tracciato le Linee Guida per le Fratture del Femore Prossimale nell’anziano con l’obiettivo di offrire una serie di raccomandazioni per la migliore gestione di questi pazienti.
La conclusione degli studi, condotta in collaborazione con altre 18 società scientifiche (di cui molte sono “super-specialistiche” afferenti alla stessa SIOT), è stata pubblicata il 10 gennaio 2022 nel Sistema Nazionale delle Linee Guida (SNLG) dell’Istituto Superiore di Sanità.
Hanno coordinato il nutrito gruppo di lavoro multidisciplinare due professionisti della SIOT: il Dott. Emilio Romanini e il Dott. Gabriele Tucci.
La soddisfazione del Prof. Tranquilli Leali
“Le Linee Guida si riferiscono alla gestione del paziente anziano che presenta una frattura del femore prossimale, determinata dalla caduta accidentale o da traumi a bassa energia, allo scopo di rendere più efficace l’assistenza medica, durante tutto il percorso ospedaliero”, spiega il presidente della SIOT, Prof. Paolo Tranquilli Leali. “Spesso tale frattura può essere associata all’Osteoporosi e ad altre condizioni mediche generali, come l’insufficienza funzionale degli arti inferiori, il morbo di Parkinson e il deficit visivo che possono aumentare il rischio di cadute delle persone anziane”, prosegue.
“In ogni caso, si tratta di eventi che hanno un notevole impatto negativo sulla vita dei pazienti con ripercussioni sulle famiglie e parallelamente sul Sistema sanitario nazionale, tenuto conto dell’aumento del numero di ospedalizzazioni”, sottolinea il presidente SIOT.
“L’obiettivo, quindi, è duplice: assicurare un’assistenza più efficace per i pazienti e allo stesso tempo economicamente sostenibile per il nostro sistema sanitario. Anche in questo caso, come per le Linee Guida sulle Fratture da Fragilità, abbiamo ascoltato i pazienti”.
Un gruppo di lavoro multidisciplinare
Il documento è stato elaborato partendo dal presupposto che per la gestione di casi di questo tipo, è necessario un approccio multidisciplinare integrato che richiede la presenza di differenti specialisti. Il confronto tra le società scientifiche ha portato all’elaborazione di Linee Guida basate su prove di efficacia che possono anche essere di supporto per lo sviluppo di protocolli diagnostico-terapeutici assistenziali a livello locale. Le raccomandazioni sono rivolte a tutti gli operatori coinvolti a vario titolo nel processo di cura dell’anziano con frattura del femore:
– Medici di Medicina Generale
– Chirurghi Ortopedici
– Geriatri
– Radiologi
– Anestesisti
– Fisiatri
– Fisioterapisti
– Infermieri di sala operatoria e di reparto
– Direzioni Sanitarie
– Pazienti/cittadini
Il lavoro, coordinato dalla SIOT, è stato condotto in collaborazione con (in ordine alfabetico):
· AIFI, Associazione Italiana Fisioterapia;
· AITOG*, Associazione Italiana di Traumatologia e Ortopedia Geriatrica;
· AO* Trauma Italy;
· CIO*, Club Italiano Osteosintesi;
· FFN, Fragility Fracture Network;
· FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche;
· GIOG-SIGG, Gruppo Italiano di Ortogeriatria – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria;
· GISOOS*, Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa;
· GLOBE*, Gruppo di Lavoro Ortopedia Basata sulle prove di Efficacia;
· OrtoMed*, Società Italiana di Ortopedia, Medicina e delle Malattie Rare dello Scheletro;
· OTODI, Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri d’Italia;
· SIAARTI, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva;
· SICOOP, Società Italiana Chirurghi Ortopedici Ospedalità Privata;
· SICOST*, Società Italiana di Chirurgia dell’Osteoporosi;
· SIdA*, Società Italiana dell’Anca;
· SIMFER, Società Italiana Medicina Fisica e Riabilitativa;
· SIMG, Società Italiana di Medicina Generale;
· SIRM, Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica.
Le sigle con asterisco (*) sono Società superspecialistiche affiliate alla SIOT. La FFN è una “Società Affine” alla SIOT.
Il documento è stato elaborato adattando al contesto nazionale la linea guida redatta dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) nel 2011 e aggiornata nel 2019, avvalendosi delle competenze metodologiche delle dottoresse Laura Amato e Simona Vecchi, del Dipartimento di Epidemiologia del S.S.R. Asl Roma 1.
A cosa servono le “Linee Guida”
Il documento approvato fa riferimento a svariati ambiti diagnostici, clinici e organizzativi. In modo particolare le linee guida trattano alcuni argomenti di grande rilevanza: la diagnostica per immagini nelle fratture occulte del femore, i tempi di attesa prima dell’intervento, la gestione del dolore, l’anestesia, il livello di esperienza raggiunto dal chirurgo in funzione del volume di interventi, il trattamento delle fratture intracapsulari, la fissazione dello stelo femorale in chirurgia protesica, il trattamento delle fratture extracapsulari, la mobilizzazione e la riabilitazione precoce postoperatoria.
Temi, come si vede, estremamente rilevanti dal punto di vista pratico e scientifico.
La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia sta dedicando alla produzione di linee guida di elevata qualità uno sforzo considerevole: questo sulle fratture di femore nell’anziano è il terzo documento SIOT certificato dal Sistema Nazionale Linee Guida nell’arco degli ultimi dodici mesi, dopo quello relativo alla prevenzione delle infezioni in chirurgia ortopedica e quello sulle fratture da fragilità.
L’ intervista ai due coordinatori
Come detto, a coordinare il team di esperti sono stati il Dott. Gabriele Tucci, dirigente medico ortopedico presso l’Ospedale dei Castelli di Ariccia (Roma) e il Dott. Emilio Romanini, coordinatore della Commissione Linee Guida SIOT e chirurgo ortopedico presso il Polo Sanitario San Feliciano di Roma.
“Le linee guida nascono con l’obiettivo di formulare raccomandazioni di comportamento clinico basate sulle migliori evidenze scientifiche e filtrate attraverso le conoscenze e le esperienze maturate nel tempo da un gruppo multidisciplinare di professionisti, per gestire al meglio i pazienti anziani che presentano una frattura del femore prossimale”, spiegano Tucci e Romanini.
“Spesso nel paziente anziano la frattura del femore è legata a una condizione di fragilità causata dalla presenza di osteoporosi e di altre condizioni mediche generali, che possono favorire il rischio di cadute. Si tratta di eventi che hanno un impatto drammatico sulla vita dei pazienti, con ripercussioni anche sulle famiglie, sulla società e in definitiva sul sistema sanitario nazionale, tenuto conto dell’aumento del numero di ospedalizzazioni”, sottolineano i due coordinatori del gruppo di lavoro.
Le linee guida rappresentano un riferimento essenziale per orientare le cure del paziente anziano affetto da frattura del femore prossimale.
“Adottando le linee guida è possibile uniformare i comportamenti clinici e diminuirne la variabilità. Le raccomandazioni sono formulate in maniera tale da poter essere adattate a tutti i contesti locali, a prescindere dalle differenze esistenti tra gli ospedali italiani”, sottolinea Gabriele Tucci.
“Il processo di elaborazione delle linee guida si propone di coniugare il rigore metodologico della ricerca scientifica con il senso pratico necessario per la gestione quotidiana dei pazienti, a maggior ragione in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo”, prosegue Emilio Romanini.
“Le Linee Guida riaffermano la necessità di operare presto il paziente, se possibile entro 48 ore dalla frattura, ponendo attenzione alla gestione precoce del dolore, alla riproducibilità delle tecniche chirurgiche e all’avvio puntuale del percorso riabilitativo”, spiegano Romanini e Tucci.
“L’obiettivo delle Linee Guida è duplice: assicurare ai pazienti cure efficaci e tempestive e al contempo utilizzare in modo più appropriato le risorse del Servizio Sanitario Nazionale”, concludono Romanini e Tucci.