Esperienze, Tempo libero
L’estate nel cuore
Le spiagge si svuotano, le temperature iniziano a calare, il lavoro ricomincia, la routine torna più frenetica che mai a regolare i ritmi della vita e, ad un tratto, ci si accorge che l’estate, almeno quella metereologica, ci ha salutato.
Ma l’estate non va intesa solo nell’accezione della più calda delle quattro stagioni: esiste, infatti, un altro tipo di estate, quella “mentale” che può durare 365 giorni l’anno.
Fermandoci un attimo a riflettere sul secondo possibile significato di questa tanto agognata parola, infatti, è facile notare come l’estate sia capace di trasformare, non solo quelle abitudini che tanto influenzano la vita, bensì i nostri umori, i nostri modi di affrontare ciò che ci si presenta innanzi: noi stessi, insomma.
In tal senso, dunque, l’estate rappresenta uno stile di vita, un modo di essere che ci permette di liberarci dello stress e dei giorni grigi e cupi accumulati, senza tregua, durante l’inverno e di riscoprirci persone che, seppur stanche per l’energia profusa, desiderano con fervore nuove avventure, programmano, entusiaste, viaggi e gite, e, ad ogni modo, dedicano un po’ di tempo a loro stesse.
Questa condizione positiva che caratterizza la nostra persona, dunque, è attribuibile solo parzialmente all’estate intesa come bella stagione. Sicuramente, infatti, concedersi un periodo di ferie e avere l’opportunità, così, di allontanarsi dalla città, sotto un sol leone e un cielo limpido, aiuta a creare i presupposti per un life style solare e positivo. Ma, osservando con attenzione gli individui più sorridenti e ottimisti che ci circondano, possiamo accorgerci di come l’estate, quella mentale, indipendentemente da ferie e belle giornate, popoli il cuore di molte persone.
Se è meraviglioso svegliarsi baciati dal sole e recarsi al mare o in montagna, “marinando” l’ufficio, è altrettanto fantastico godere l’autunno e iniziare una nuova stagione lavorativa in modo diverso, con gli occhi e l’entusiasmo di un turista che in estate si reca nel suo villaggio vacanze. Certo, si sa, lavorare è ben diverso da oziare. Ma diverso non significa meno allietante. Non a caso esistono persone che preferiscono di gran lunga lavorare, piuttosto che “sprecare” il proprio tempo su una sedia a sdraio, in quanto sentono di dar meno senso alla propria esistenza non “producendo” e non mostrando le proprie abilità al mondo.
In realtà, il caso sopraccitato interessa quei particolari, e sempre meno rari, individui che fanno del loro lavoro una ragione di vita, fino a confondere il loro ufficio con la stanza del proprio essere. E’ opportuno fare attenzione, quindi, a non far coincidere noi stessi con il ruolo professionale che ricopriamo, il quale, pur accompagnandoci per un lungo tratto di vita, non resterà con noi in eterno e non sarà mai in grado di inglobare il nostro essere a 365°.
Lo spirito estivo che fa visita ad ognuno di noi nella stagione calda, ci pone questo sacrosanto interrogativo: abbandonata la “divisa” lavorativa chi diventiamo, o meglio, chi siamo? Ecco, allora, che l’estate assume un valore ancora maggiore: ci allena a riappropriarci del nostro tempo, di noi stessi. Ed una volta colto il suo più prezioso significato, la bella stagione, non se ne andrà necessariamente con i colori dell’autunno. Starà a noi, infatti, conservarne il senso più autentico. Molti si chiederanno, a questo punto, come riuscire a tenere in vita il life style solare dell’estate, una volta sommersi nuovamente dalla routine.
La risposta è semplice: imparando a concedersi un briciolo di “estate”, intesa nella seconda accezione sopraccitata, anche durante il grigiore invernale. E’ sufficiente regalarsi un attimo di relax una tantum, piuttosto che lanciarsi a capofitto in una full immersion lavorativa senza tregua. Rendere il massimo nel lavoro è giusto ed è gratificante, ma non è possibile farlo con continuità, se dimentichiamo il nostro diritto alla serenità.
Passeggiare su un tappeto di foglie, respirare l’aria d’autunno, riscoprire la magia del freddo inverno e la dolcezza, perché no, della neve sui monti vicini. Ancora, dedicarsi all’arte culinaria, alla cura del corpo, praticare la disciplina sportiva cui il caldo ci aveva costretto a rinunciare, sperimentare nuovi progetti e lasciar spazio ai propri sogni, dicendo addio alla poco plausibile scusa del “non ho un attimo di tempo per me”.
Questo potrà senz’altro aiutarci a non abbandonare quello stile di vita positivo, quella freschezza comportamentale balzate nella nostra vita durante la stagione calda, per portare l’”estate”, quella interiore, sempre nel cuore.