Approfondimenti
Addio. E grazie, prof. Bauman
Zygmunt Bauman, sociologo, filosofo, uno dei massimi pensatori del nostro tempo, lo scorso 9 gennaio ci ha lasciato. Come sua curiosa ed entusiasta lettrice, sento di rivolgergli un doveroso pensiero, soprattutto di ringraziamento. La sua sociologia non si è chiusa in specialismi o in formule matematiche. Ha affrontato temi di interesse universale e quotidiano al tempo stesso. Ha utilizzato un lessico chiarissimo dando strumenti di lettura a chiunque volesse tentare di comprendere un mondo che è diventato via via più complesso.
Bauman ha scattato una serie di fotografie, accurate e circostanziate, della società in cui siamo tutti immersi e anche per questo tanto difficile da decodificare. La sua acutissima sensibilità ha osato un’impresa impossibile: quella di darci le “coordinate del caos” suggerendoci, al contempo, un navigatore che possa aiutarci ad orientarci in questo caos.
A lui dobbiamo i termini società e modernità liquida, la metafora che meglio descrive questo nostro tempo. Un tempo lontano dalle certezze e dalla solidità di costumi, valori e relazioni delle epoche che l’hanno preceduta. Un tempo le cui caratteristiche sono la mobilità e la fluidità, ma anche l’inconsistenza, come un liquido, appunto, che non ha forma propria ma assume quella del suo contenitore.
E’ stato un grande osservatore del cambiamento, nella sua accezione più ampia. Ci ha parlato di globalizzazione e capitalismo parassitario; di marginalizzazione e povertà con la metafora “vite di scarto”, definizione poi ripresa anche da Papa Francesco. Ci ha parlato di precarietà e paure, di legami deboli e fragili nelle relazioni umane ed amorose. Ci ha parlato del cittadino – consumatore e di cultura ed etica nell’era dei consumi.
“La vita liquida è una vita di consumi”. “Gli oggetti hanno una limitata aspettativa di vita utile, e una volta superato tale limite diventano inadatti al consumo; e (…) eliminati per far posto ad altri oggetti di consumo ancora inutilizzati” (da Vita liquida)
Ci ha descritto, con amarezza, la difficoltà di avere riferimenti certi e stabili in un mondo costretto a cambiare pelle continuamente, condannato a non “affezionarsi” a nulla (uomini e cose) per un tempo che non sia una breve stagione.
“Il tempo scorre per davvero, e il segreto è tenere il passo. Se non vuoi annegare devi continuare a navigare: vale a dire, devi continuare a cambiare, più spesso che puoi, il tuo guardaroba, i mobili, la carte da parati, l’aspetto e le abitudini – in breve, te stesso.” (da Per tutti i gusti)
Ci ha parlato di come la tecnologia ha dato il “passo” al nostro tempo che è simile all’upgrade di un software. E di come anche i nostri rapporti umani e sentimentali vi si sono adeguati:
“L’avvento della prossimità virtuale rende le connessioni umane al contempo più frequenti e più superficiali, più intense e più brevi”. “Occorre meno tempo e fatica tanto per creare contatti quanto per romperli. La distanza non è un ostacolo al tenersi in contatto – ma il tenersi in contatto non è un ostacolo al tenersi distanti”. (da Amore liquido)
Ci ha parlato dell’etica del nostro vivere quotidiano che ha bisogno di ispirarsi a qualcosa di grande per trovare la sua ragion d’essere: “la scelta di un progetto di vita” intesa come “la scelta delle scelte”. Perché, come dice nel suo bellissimo testo L’arte delle vita : “ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia a no”.“La vita, se è vita umana- la vita di un essere dotato di volontà e libertà di scelta – non può non essere un’opera d’arte”.
E la sua lo è stata senz’altro. Anche con i suoi scritti. Ma non solo. Soprattutto con la sua testimonianza di pensatore e di uomo.
Ora che il nostro cartografo -navigatore ci ha lasciati ancora invischiati nel guado di questa nuova era geologica, potremo far tesoro della sua lezione, anche di vita, per proseguire la navigazione, aiutati dal suo metodo e dalla sua onestà intellettuale.