Nutrizione
Anoressia, bulimia: il disagio dell’anima
Alimentarsi è un atto estremamente complesso che rappresenta un’occasione di scambio e comunicazione. Attraverso il modo di mangiare o non mangiare si esprime la storia personale di ognuno di noi.
Il rapporto con il cibo ha perso il suo carattere naturale, spontaneo, privo di contraddizioni, per mostrare il lato problematico, sfumato, irregolare ed inquietante che lo abita internamente. Mangiare, dunque, non è solo un fatto naturale. E’ questo l’insegnamento più elementare dell’anoressia e della bulimia. Si può infatti decidere di non mangiare più, di essere un’anima senza corpo (anoressia) o di mangiare tutto, di mangiare fino a morire, di essere un corpo senza anima (bulimia).
Alimentarsi non è un fatto naturale né una semplice risposta a un bisogno fisiologico, ma è un atto estremamente complesso che rappresenta un’occasione di scambio e comunicazione. In effetti Anoressia e Bulimia non sono patologie dell’appetito ma esprimono un disagio, un non stare bene nel proprio mondo, sono annullati il desiderio, il bisogno.
Attraverso il nostro modo di mangiare o non mangiare esprimiamo anche la nostra storia personale, le nostre esperienze, il nostro modo di essere con gli altri.
1) Il rapporto con il cibo implica sempre per il soggetto il rapporto con l’Altro. Il cibo per prima cosa soddisfa il bisogno fisiologico della fame, ma rappresenta anche il primo dono, il primo messaggio d’amore che il bambino riceve dall’altro.
2) Il rapporto del soggetto con il cibo è sempre legato al “vissuto” dell’Altro che lo rende possibile (storia personale della madre, quindi sue esperienze emotive, affettive, ecc.).
3) Il soggetto quando entra in contatto con il cibo attraverso l’Altro, lo sperimenta come piacere.
Gli aspetti di scambio e comunicazione del cibo sono evidenti sin dalla nascita , infatti l’allattamento non soddisfa solo il bisogno fisiologico della fame, ma rappresenta anche il primo rapporto con l’Altro, con la figura materna. L’assunzione del cibo si accompagna a sensazioni di benessere, piacere, amore e protezione. C’è uno scambio continuo: la madre fornisce al bambino cibo, informazioni, sollecitazioni, e ne riceve altre dal bambino stesso. La relazione madre – figlio non è unidirezionale, ma ci sono sguardi, movimenti, contatti, che rendono ogni poppata un’esperienza unica .
L’obiettivo dei nostri interventi all’ASL SA1 è quello di risalire alle cause dei cosiddetti disturbi dell’alimentazione, quali sono l’anoressia e la bulimia, per mostrare come in essi sia in gioco sempre una particolare posizione del soggetto in rapporto all’Altro. Il disturbo dell’alimentazione non ha valore di per sé, ma solo in quanto rivela il senso di questa posizione. Non è quindi rettificando cognitivamente il rapporto alterato del soggetto con il cibo che si ottengono risultati terapeutici certi e duraturi.
Anoressia-bulimia vanno curate diversamente nella convinzione che il disturbo alimentare serva al soggetto per esprimere un disagio attinente ad una verità psicologica non ancora emersa.
Questo presupposto orienta la cura: non si tratta di estirpare farmacologicamente il sintomo, né di rieducare il soggetto ad una giusta alimentazione ma di dare la parola al soggetto che soffre. Di far parlare ciò che nel sintomo parla senza parole. I temi del desiderio e del suo rifiuto, della dipendenza/indipendenza, dell’amore e dell’abbandono, del vuoto e del pieno, del controllo e dell’angoscia, della fame e dell’essere magra, della solitudine individuale e del valore sociale dell’immagine definiscono alcuni dei punti cruciali dei discorso anoressico-bulimico.
Numeri utili
Servizio per i Disturbi della Condotta Alimentare
Ex ASL SA1 – Via Federico Ricco , 50 – Nocera Inferiore (SA)
Responsabile dr. Giuseppe d’Aquino, Psichiatra – Psicoterapeuta
Psicologa – Psicoterapeuta dr. Annarita Lo Sasso
Tel 081 9212186, 081 9212901