Arte e cultura
Carlo Iacomucci, l’artista dalla mano ribelle
La redazione della rivista Informa, su segnalazione della dott.ssa Patrizia Minnozzi che ha curato il libro, volentieri pubblica un estratto dell’introduzione al testo di Carlo Iacomucci ”La Mano ribelle”. Facciamo gli auguri al maestro, e a quanti lo sostengono, per la lodevole iniziativa che si propone, riuscendovi, di trasformare una difficoltà, un danno, un inciampo in una espressione artistica. Nell’ottica dell’arte-terapia, nulla è più vero e utile, per sé e per la collettività, di un tale impegno.
Carlo Iacomucci ha voluto dedicare a sé stesso ed ai suoi estimatori, la pubblicazione di un libro molto particolare e insolito, dal titolo “ La Mano Ribelle”, Edizioni Zefiro. Il Maestro è stato in grado di stupirci, trasformando gli esercizi di scrittura e disegno per curare una fastidiosa patologia della mano, dal nome complicato (distonia di torsione idiopatica), in un’opera d’arte in formato libro, dal titolo” La mano ribelle”.
Questa particolare patologia rientra tra le malattie rare ed è conosciuta ai più come “crampo dello scrivano”. Si tratta, nello specifico, di una non corretta funzionalità e comunicazione tra il cervello e la mano, che di conseguenza, agisce da sola e non esegue a dovere gli ordini, come ci si aspetterebbe in condizioni normali. Siamo a conoscenza di vari libri sulla distonia, ma finora, nessuno dei tanti era stato ideato con disegni eseguiti da un artista con distonia della mano e, con questa opera, Iacomucci vuol lasciare una verità o traccia (per rimanere nel suo stile), nella storia delle distonie che, nello specifico, si riscontrano in categorie di artisti quali gli scrittori, i musicisti e gli incisori.
In tutto il libro, si nota la presenza molto attiva e preponderante della “mano ribelle” dell’artista e possiamo considerarlo una sorta di gestazione, che si è maturata ed evoluta nel tempo, durante il quale Iacomucci ha esercitato la sua “mano ribelle”.
La mano umana ha caratteristiche anatomiche uniche: è un mezzo di espressione e attraverso di essa l’artista svolge il suo personale processo creativo. L’incisore francese Henri Focillon, sintetizzò in una frase del suo raffinato “Elogio della mano” «l’arte si fa con le mani e la mano dell’artista è “mano operaia”.
Il libro di Iacomucci si compone di una quarantina di disegni, realizzati con penne grafiche, punzone e alcune sfumature di grafite e intervallati da parti scritte, dettate dalla necessità di fare esercizio manuale. Ogni foglio ha la pagina numerata, ma soprattutto ha la data ben scritta, in basso, ad indicare il momento esatto della sua realizzazione, che si è protratta nell’arco di un decennio (dal 2008 al 2018). Le pagine sono state più volte rimaneggiate, con l’aggiunta di nuovi elementi, ma in questi “disegni-scarabocchi” o gestualità del segno, troviamo i motivi ricorrenti della poetica di Iacomucci, come ad esempio le gocce o tracce, i personaggi, le linee e l’immancabile aquilone.
Da sottolineare che il libro è altamente impreziosito da testimonianze e appunti di importanti studiosi ed esperti di questa particolare patologia. In primis la stessa Sig.ra Flavia Cogliati, Presidente dell’ Associazione Italiana per la Ricerca sulla Distonia – A.R.D. Non mancano, altresì, le testimonianze e, soprattutto, le spiegazioni medico- scientifiche sulla diagnosi e la cura di questo disturbo neurologico, sapientemente esposte dal Dott. Giovanni Flamma, Dirigente Medico Neurologia-Ospedale di Pesaro e dal Dr. Francesco Logullo, Direttore Neurologia-Ospedale di Macerata.
La generosa collaborazione di questi medici, rende il libro ancora più ricco e denso di significato, soprattutto a livello umano e personale.
E’, senza dubbio, un’opera insolita e unica nella sua composizione e di rilevante valore artistico, poiché rappresenta la sintesi di tutta la tematica più intima e personale del Maestro Iacomucci. Il libro ha ricevuto il patrocinio da parte dell’Associazione Italiana ARD, dell’Accademia dei Catenati Macerata, del Centro Studi Marche CESMA Roma, dell’ Associazione ProUrbino e dall’Accademia Georgica Treia.