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Formazione

Conoscenze, saperi, comunicazione: strumenti al servizio dell’uomo.

Posted: 05/12/2011 alle 11:19 am   /   by   /   comments (0)

Pitagora sottolineò l’importanza dell’acquisizione di conoscenza rispetto a ogni altra attività, perché, come avrebbe detto, “alla maggior parte degli uomini e delle donne non è data, né per nascita né coi propri sforzi, la possibilità di diventare ricchi e potenti, mentre il sapere è alla portata di chiunque”.

E Michel Crozier, qualche secolo dopo, sottolineava ne “L’impresa in ascolto” la necessità per le organizzazioni di diffondere la conoscenza, non solo per creare le condizioni di un apprendimento collettivo, ma anche perché questa è alla base di qualsiasi decisione e strategia.

Ed è inevitabile sottendere al processo di conoscenza quello di “comunicazione”. Non esisterebbero cambiamenti profondi se la conoscenza, anche singolarmente acquisita, raggiunta, o scoperta, non venisse comunicata e condivisa. La più grande scoperta dell’ultimo secolo, internet, è nata proprio dal bisogno di alcuni scienziati di condividere le loro conoscenze.

Questo paradigma è ugualmente vero sia per le comunità scientifiche che per le organizzazioni.  

Il ruolo della condivisione della conoscenza, è insostituibile in un’organizzazione complessa consapevole che per migliorare i propri interventi deve far riferimento a tre principi fondamentali:

a)     la centralità delle risorse umane, ovvero tornare a dirigere gli uomini e non  processi e cose;

b)    la semplicità, come forma di reazione alla complessità, spesso creata ed alimentata dalle stesse persone per incrementare il proprio spazio decisionale;

c)     l’autonomia, ovvero dirigere attraverso la cultura e la conoscenza. Realizzare un management partecipativo, basato sulla fiducia, partendo da una riflessione comune sui valori.

Dentro la conoscenza ci sono ovviamente le informazioni, quelle necessarie per espletare correttamente la propria attività, sia che si tratti di una funzione elementare sia che si tratti di una funzione ad alto contenuto strategico. Questo, diciamo, è il valore minimo atteso.

Quindi la mission della comunicazione, come diffusione delle conoscenze all’interno dell’organizzazione, è quella di far crescere le persone, di aiutarle ad assumersi le proprie responsabilità, di aiutarle ad essere riconosciute nella propria unicità ed insostituibilità, di aiutarle a riappropriarsi del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione.

Solo se le persone possono crescere, l’organizzazione può crescere.

E’ evidente il ruolo centrale delle persone; purtroppo nella realtà si continua, testardamente, a concentrarsi su tecniche, metodologie, processi e strutture fisiche.

Non che questi aspetti non siano importanti e non vadano adeguatamente governati; tutti sappiamo quanto conti, ad esempio, lo sviluppo delle tecnologie nelle organizzazioni sanitarie, ma esso rappresenta una conseguenza dell’azione umana: costituisce, appunto, il frutto della conoscenza.

Modellare, gestire e sviluppare la conoscenza significa conferire un valore reale ad un patrimonio altrimenti intangibile. Senza la conoscenza, dunque:

  • non si migliorano e non si fanno crescere le persone;
  • non si costituiscono le condizioni favorevoli per sviluppare la creatività e l’innovazione;
  • non si esprimono le competenze manageriali;
  • non si costruiscono le opportunità;
  • non si trasforma il singolo in un protagonista.

Che cosa fa, quindi, un’organizzazione per favorire la diffusione della conoscenza?

Si parte da una situazione in cui: l’operatore è schiacciato dall’informazione che cresce a ritmi esponenziali e l’informazione che interessa è sempre più difficile da reperire.

La gestione della conoscenza, deve utilizzare mezzi semplici ed efficienti per condividere le unità primarie di conoscenza e quindi, deve:

  • identificare modalità di comunicazione che consentano a tutti gli operatori di condividere saperi, esperienze ed idee nella logica dell’apprendimento continuo;
  • consentire la distribuzione tempestiva della conoscenza agli utilizzatori e facilitare lo scambio di esperienze;
  • mantenere aggiornate le risorse su tematiche di interesse per la professionalità e lo sviluppo dell’organizzazione.

Questo sforzo verso un pensiero innovativo  sostenuto dalla tecnologia rompe gli argini dell’autoreferenzialità . Ma solo una tecnologia  sostenuta da un senso di umanità , raggiunge la  piena realizzazione di una impresa, qualunque essa sia, cioè il benessere dell’individuo e della comunità tutta.

Albert Einstein, con efficace sintesi, descriveva il rapporto di reciprocità che deve esserci tra attività umana e scienza, con la frase: “La scienza senza filosofia è arida, ma la filosofia senza scienza è vuota” .  

Prof. Gerardantonio Coppola – Dir. Risorse Umane e Qualità ASL TO5