Uno di noi
Contare i passi del proprio cammino
Mi sono trovato spesso a Desiderare. Quello che non avevo, quello che gli altri erano diventati o dove qualcuno era arrivato e io invece che ero proprio da un’altra parte. Considerando che frustrazione e invidia devono essere immediatamente messe da parte o almeno trasformate in genuine spinte propulsive a fare, se non si vuol cadere in un vigliacco immobilismo, ho pensato che provarci, mettersi in cammino, fosse proprio il primo passo per realizzare ciò che agognavo. “Si può!”, mi dicevo. Molto spesso il desiderio di qualcosa rimane un sogno, un macigno che pesa su tutta la nostra esistenza, un lusso che non ci si può permettere, soprattutto quando ciò che si desidera sembra davvero impossibile da realizzare, poi invece… sì, invece è proprio il cammino, quella strada che si è deciso di percorrere a rivelarsi già desiderio che si sta per realizzare. Mi spiego. Devo!
Spostare l’attenzione dalla scena finale, il desiderio raggiunto appunto, al cammino lento per agguantare la nostra luna è un passo necessario, il più importante. Non sto dicendo nulla di nuovo, sia ben chiaro, ma ho potuto constatare che le mie numerose curiosità (danza popolare, burattini, musica, narrativa, teatro), prendevano forma di desiderio che si poteva realizzare già quando avevo preso la decisione a fare: comprare il flauto traverso, prendere lezioni, ecc.
Ho avuto il desiderio di diventare un attore in tarda età. Un cammino questo lungo, lunghissimo, ma io mi sono sentito già un po’ attore quando ho comprato e letto Le lezioni di Lee Strasberg, già quando sono salito sul treno per Roma per seguire il corso di Joseph Ragno dell’Actors Studio, o quando mi sono ritrovato a guardare il mare dalla nave che mi avrebbe portato in Sicilia dove avrei, poi, incontrato Emma Dante.
Da attore mi sono vestito anche quando mi sono infilato nel camerino di Marco Paolini o in quello di Davide Enia o di Andrea Rivera. Io non lo so se oggi lo sono davvero, un attore dico; non credo, nonostante che la mia sia ormai una formazione decennale.
So che non basta, so che non può bastare. Se penso, però, ai viaggi, alle persone conosciute, ai libri letti, ai teatri in cui sono entrato, alle centinaia di messe in scena a cui ho assistito, ai sorrisi avuti, alle pacche sulle spalle, alle storie sentite, ascoltate, ricordate, ecco che allora urlo a me stesso: io sono un attore!
La bellezza di un desiderio è più spesso la strada percorsa per cercare di raggiungerlo che non l’esaudirlo davvero. Sto bluffando, vero? Il desiderio va realizzato! Certo che sì! Un desiderio è qualcosa da realizzare. Io però mi sono trovato a conoscere nei miei anni persone che pur avendo concretizzato i loro sogni, facevano trapelare dai loro occhi solo noia, stanchezza e scialbe abitudini; non una luce, un raggio di felicità nei loro sguardi.
Credo che le persone si perdano il meglio della meta che pure sono riuscite a raggiungere, solamente perché la foga, la corsa, il ritmo elevato che ci si è dati per arrivare ci ha fatto perdere il panorama intanto attraversato.
L’Essere o non essere è proprio in questa differenza.
Sergio Mari – Attore, scrittore