Motivazione, Salute, Sport
Dalla parte dell’atleta. La nuova paura prima di una gara.
Non siamo disposti a rinunciare alle gare nazionali, internazionali, tantomeno alle Olimpiadi, anche se gli stadi e gli spalti probabilmente resteranno ancora posti vuoti per molto.
Gli atleti sono scalpitanti di poter masticare un po’ della loro passione ma lo sono anche gli allenatori, i dirigenti e non per ultimi i tifosi.
Ci si adatta a nuove norme, si trovano soluzioni sufficientemente sicure.. Insomma, “the sport must go on!”
Ma c’è una verità che in pochi considerano.
Se, infatti, il lockdown dei primi mesi e la sospensione forzata dalla propria attività hanno comportato in molti atleti emozioni di sconforto, rabbia e apatia, per qualcuno anche tornare a gareggiare non è poi così facile.
Come tutte le cose che abbiamo visto cambiare in questi mesi, anche l’ansia pre – gara, oggi ha, infatti, un nuovo significato.
Questo perché, non sempre, anche in eventi in cui sono previste trasferte e atleti di più nazionalità si incontrano, i regolamenti richiedono un doppio tampone che tenga in considerazione i tempi di incubazione del covid – 19.
Il Grand Slam di Judo a Budapest ne è la dimostrazione; molti atleti, difatti, sono riusciti a partire in quanto negativi al primo test ma non hanno potuto gareggiare perché positivi al secondo.
Ma se questa attenzione e questo impegno non vengono sempre garantiti dalle federazioni e dalle organizzazioni, gareggiare implica, di conseguenza, il rischio reale di contrarre il virus. Questo è vero specialmente negli sport di contatto, dove gli sfidanti raggiungono un livello di vicinanza tale da aumentarne i rischi.
Alcuni atleti, dinnanzi a questa situazione, manifestano, pertanto, livelli di ansia e di stress elevati e riferiscono, in alcuni casi, di sperimentare disagio e agitazione.
Si tratta, quindi, di una preoccupazione tutta nuova che sicuramente, però, non consente una preparazione mentale adeguata ai fini di una buona performance.
Competere, a volte, non ha più lo stesso sapore nemmeno per i migliori che non restano immuni dal pericolo.
E se allora è vero che lo sport deve andare avanti c’è anche da chiedersi, talvolta: ma per un atleta è sempre così? Com’è cambiato il suo approccio alla gara negli ultimi tempi?
Dott.ssa Denise Milone – Psicologia dello sviluppo e dell’educazione