Approfondimenti
Digitalizzazione: la quarta rivoluzione industriale. Solo vantaggi?
Da quando c’è internet tutto ci sembra diventato più facile: fare una ricerca, trovare una legge, aggiornarsi sulle ultime notizie di cronaca o documentasi sulle più recenti scoperte scientifiche e ancora conoscere i professionisti più quotati in una determinata specialità, leggere i loro curricula, consultare i bilanci di una società, ecc. Tutto questo moltiplicato per l’intero globo terreste, o quanto meno per quella bella porzione che usa internet (fatta eccezione magari per qualche tribù dell’Amazzonia o simili).
Internet a questo stadio è un grandissimo contenitore, dalla capienza potenzialmente infinita mediante il quale (il mezzo) posso giungere allo scopo di ottenere una informazione.
Da questo uso di “consultazione” (funzione informazione) si è poi passati a quello “interattivo” (funzione di comunicazione) dove si interagisce, appunto, o con il programma stesso (le app, le faq, ecc.) o con gli addetti (le mail, i forum, le chat, di contatto con aziende o enti pubblici).
Ma l’aspetto di rivoluzione, quella di più grosso impatto, è quello della gestione diretta o “autogestione” di procedure. Non parlo di “scaricare” un certificato o un attestato, che sono magari già predisposti in base a dati in possesso dall’erogatore (ente pubblico o privato che sia). Parlo della funzione “attiva” dell’utente che va da operazioni abbastanza semplici, come ad esempio farsi un biglietto aereo o treno sui rispettivi siti on line, ad operazioni più complesse come fare trading on line, acquistare e vendere azioni con l’home banking.
La quarta rivoluzione, come viene definita quella della digitalizzazione, a parere di molti con i quali concordo pienamente ha risvolti non sempre positivi.
Sia chiaro: anche se materialmente l’operazione di investire in un fondo azionario su un sito può risultare tecnicamente facile, magari con un paio di clik, non è affatto detto che la competenza necessaria sia contenuta nel clik, né ce la si può inventare leggendo qui e là le quotazioni di borsa.
Se il mezzo (internet, il contenitore) può rendere facili alcune operazioni, non è detto che il contenuto lo sia altrettanto.
Intendo dire che il potere di connessione diretta, che avviene tramite il web, annulla gli intermediari (le agenzie di viaggio, ad esempio, o il consulente per gli investimenti) e trasforma quasi in automatico l’utente comune in uno specialista. Così facendo dà per scontato che l’utente con potere assoluto abbia anche le competenze necessarie (scelgo io la compagnia con cui volare, l’itinerario, il prezzo migliore, e così anche per il treding). Di fatto si azzerano le competenze e si sottovaluta che lo stesso utente si addossa ogni responsabilità (di errore, distrazione o incompetenza, poco importa).
La competenza, in qualsiasi campo, è roba seria. La si acquisisce negli anni, con studi, esperienza, capacità conquistate con lunghi percorsi formativi e professionali. Non credo di potermi illudere di essere all’altezza di fare qualsiasi scelta in ogni campo solo perché ho una connessione internet, e il “sistema” mi dà la possibilità di farlo in autogestione.
Ci siamo mai chiesti chi è che ricava maggior vantaggio da questo? Io che posso sbagliare (mi è capitato di acquistare un biglietto aereo per una tratta sbagliata) o la compagnia aerea? E non parliamo di banche, azioni, fondi, ecc. dato che a volte nemmeno un intermediario fiduciario (o ritenuto tale) può garantire la totale sicurezza.
E che dire, poi, dei posti di lavoro che verranno meno, eliminate o ridotte moltissimo, queste intermediazioni? Sul Sole 24 ore del 19 gennaio si legge che il World Economic Forum ha elaborato uno studio, diffuso in questi giorni a Davos, in cui si calcola che nel giro di cinque anni, causa la digitalizzazione, si potranno perdere 5,1 milioni di posti di lavoro in 15 dei maggiori Paesi, proprio a causa di esuberi di mansioni non più necessarie, automazioni e robotizzazione.
Siamo proprio sicuri che nella digitalizzazione / autogestione ci siano solo vantaggi? Viene in mente il personaggio di Crozza manager della multinazionale INC. COOL8…
Le rivoluzioni, si sa, portano enormi modifiche non solo strutturali, ma anche organizzative e mentali. Esserne consapevoli e meditare sulle conseguenze può solo farci fare scelte più sane.