Approfondimenti, Sociale
Dipendenza da internet
Le cronache dello scorso febbraio hanno riportano il caso di un quindicenne che è stato trovato in stato confusionale alla stazione di Firenze. Gli agenti della polizia ferroviaria lo hanno accompagnato all’ospedale dove gli è stata diagnosticata una “dipendenza tecnologica da internet”. Il ragazzo originario di Perugia ha ammesso di navigare tutta la notte in rete e sui social network e interrogato aveva difficoltà anche a ricordare il suo nome.
Un caso eclatante e forse esasperato, ma senza dubbio, un caso da tenere a mente per scongiurare il pericolo in agguato insito in questa nuova droga, ancor più subdola perché non ha la “forma” di una sostanza (fumo, alcool o coca, che dir si voglia) che si beve, si fuma o si inala. Ma alla stessa stregua delle sostanze però crea una vera e propria dipendenza. Da alcuni studi in corso nell’ambito delle neuroscienze, sembrerebbe che in conseguenza di queste attività ne venga modificata anche la struttura del nostro cervello.
Quel che è certo, però, è sotto gli occhi di tutti: queste tecnologie hanno cambiato profondamente e radicalmente la società in cui viviamo. Una rivoluzione forse superiore alla rivoluzione industriale di fine 700. Anzi di più, perché il tutto sta avvenendo ad una rapidità tale il cui metro di misura è la obsolescenza della tecnologia calcolata in un massimo di sei mesi. Questo ci dà anche la misura della velocità in cui dobbiamo aggiornare le nostre competenze con tutti i rischi che questo comporta. Uno fra questi, appunto, la dipendenza.
Saggio sarebbe certamente prevedere una “cura” più attenta dei nativi digitali, che sono i più esposti a questo rischio. Una cura fatta di maggiore attenzione da parte di genitori, agenzie educative, gruppo dei pari finalizzata ad una sensibilizzazione di questi rischi, senza per questo demonizzare la tecnologie e le straordinarie opportunità che offre. L’uso cosciente e consapevole è sempre la medicina migliore per ogni azione ed anche per conservare integro il nostro cervello.