Newsletter subscribe

Salute

HPV e carcinoma cervicale

Posted: 05/03/2008 alle 1:28 pm   /   by   /   comments (0)

“E’ ormai chiaro, a chi è ns. lettore affezionato, ma lo intuisce nell’immediato chi si trova a sfogliare la rivista per la prima volta, che il ns. “modus operandi”, mira ad una InFormazione di qualità, chiara, accessibile, aggiornata, basata sull’evidenza, trasparente sui propri limiti e capace di indicare ulteriori fonti di informazione.

E’ in grado inoltre di identificare chiaramente i propri destinatari e obiettivi, e fornire informazioni coerenti con questi dal punto di vista grafico, dei contenuti e del linguaggio.

E ciò è ancor più evidente quando gli argomenti da affrontare non sono dei più semplici anche se l’attualità degli stessi fa sì che ci si ritrova a parlarne o se ne è in qualche modo indirettamente bombardati ma senza avere più di tanto cognizione in merito.

Ed è per questo che per affrontare un tema delicato come quello dell’HPV abbiamo chiesto l’ausilio di un’esperta in materia, la dott.ssa Concetta De Angelis, Dirigente medico U.O.C ostetricia e ginecologia.”

D: Dottoressa ci illustri brevemente cosa intendiamo con la sigla HPV.

L’HPV è il Papillomavirus umano. E’ responsabile dell’alterata regolazione del ciclo cellulare che conduce alla trasformazione maligna della cervice uterina. Il genoma HPV è riscontrabile geneticamente in quasi tutti i carcinomi cervicali. Tuttavia la grande maggioranza dei tipi di HPV non è oncogena, ma induce bensì lesioni benigne.

Il carcinoma cervicale rappresenta la seconda neoplasia maligna che interessa la donna ed è causato da un agente trasmesso per via sessuale.

L’ipotesi di una correlazione tra infezione genitale del Papillomavirus umano (HPV) e neoplasia cervicale è stata formulata per la prima volta negli anni ’80 dal virologo tedesco Harold zum Hansen.

Prove della presenza di infezione tra HPV si hanno nel 95% dei carcinomi cervicali.

Quali sono le caratteristiche del virus?

Sono stati identificati più di 100 genotipi di HPV che infettano l’uomo e tra questi un terzo è associato a patologie del tratto ano genitale, sia benigne che maligne.

Il Papillomavirus è un virus a DNA a doppia elica. I diversi tipi di HPV vengono distinti in basso ed alto rischio di trasformazione neoplastica.

Questa differenziazione si basa sul fatto che la capacità trasformante del virus è limitata all’infezione persistente dei sottotipi ad alto rischio che sono in grado di integrare il proprio genoma in quello della cellula ospite e interagire con i meccanismi della replicazione cellulare. L’integrazione del DNA virale genoma dell’ospite avviene in fase tardiva della storia naturale dell’infezione da HPV.

I genotipi virali ad alto rischio, più implicati nel carcinoma cervicale fino al 70% dei casi, sono il 16 e il 18; i restanti ceppi sono coinvolti nel rimanente 30% delle neoplasie.

Come si contrae l’HPV e quali sono i fattori di rischio?

L’infezione da HPV ha inizio con un contatto sessuale a livello genitale.

E’ molto frequente nella popolazione femminile, si stima che oltre il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita, con un picco massimo poco prima dei 25 anni di età. La maggior parte delle infezioni è però transitoria poiché il virus viene eliminato dal sistema immunitario entro i 12-24 mesi. Nella restante parte dei casi, invece, la persistenza virale evolve verso lesioni displastiche fino al cervicocarcinoma, attraverso un processo a step successivi che per compiersi può richiedere diversi anni. Esistono una serie di cofattori che influenzano la storia naturale dell’infezione virale portando ad un aumento del rischio di sviluppare lesioni displastiche nelle donne HPV positive.

Tra i più studiati: la contemporanea infezione con altri agenti sessualmente trasmessi (Clamydia, Neisseria g, HIV, HSV), il fumo di sigaretta, l’uso prolungato di contraccettivi orali (> 5 anni), l’elevato numero di gravidanze (> di 7) e infine condizioni di ipovitaminosi.

Qual è la migliore prevenzione per evitare le infezioni da HPV?

Nel tentativo di ridurre l’incidenza dell’infezione e di conseguenza l’incidenza della neoplasia cervicale, negli ultimi anni è stata proposta una strategia di prevenzione primaria attraverso la realizzazione di un vaccino HPV. Sono stati approntati due vaccini: un bivalente per HPV 16 e 18 e un tetravalente per HPV 6, 11, 16 e 18.

Entrambi i vaccini vengono somministrati in tre dosi (a 0, 1 e 6 mesi, e 0,2 e 6 mesi rispettivamente).

Il 20 settembre 2006 è stata autorizzata l’immissione in commercio del preparato tetravalente, che è formato da particelle del capside virale assemblate in laboratorio a formare una struttura priva di DNA virale ma che conserva l’immunogenicità e quindi la capacità di provocare una valida risposta del sistema immunitario.

Le virus like particles (VLPs) non sono infettive o oncogene in quanto non contengono il DNA virale. Lo sviluppo clinico del vaccino ha coinvolto 33 paesi del mondo, tra cui l’Italia.

Dottoressa, in sintesi, quali le conclusioni su questo delicato quanto importante argomento?

  • Il carcinoma della cervice è un esito raro di infezione frequente del Papillomavirus.
  • Esistono 120 tipi che infettano la specie umana, 40 infettano le mucose genitali.
  • L’infezione persistente con HPV oncogeni è la condizione necessaria per l’evoluzione a carcinoma.
  • Il carcinoma è un esito raro di infezione frequente.
  • Sono stati approntati due vaccini. Entrambi sono sicuri ed hanno elevata efficacia.

Dott.ssa Concetta De Angelis – Ginecologa