Approfondimenti, Studi e Ricerche
Il bello fa bene
Come trascorreremo le vacanza? Su una spiaggia affollata? Oppure sulle vette di una montagna tra passeggiare e visioni spettacolari di vette? Oppure in qualche città d’arte? Dovunque sia teniamo contro di una cosa: dedichiamoci solo al bello, perché il bello fa bene.
Non è solo un modo di dire, nel senso che fare cose piacevoli ci distrae. No, praticare e contemplare cose belle fa proprio bene alla salute, cioè contribuisce a modificare in senso positivo anche la biochimica dell’organismo.
Oramai esistono molti studi e ricerche (1) (2), e quindi diverse evidenze scientifiche, che “il bello” contribuisce a neutralizzare o ad abbassare il livello di quei fattori negativi (come il cortisolo) che sono alla base dello stress.
Quindi praticare il bello, e cioè l’arte, fa bene alla nostra salute, fisica e psichica.
Questi effetti positivi si ottengono sia praticando attivamente le arti, quindi ad esempio dipingendo, suonando o cantando, ma anche in senso passivo, cioè vistando una mostra o ascoltando musica. Insomma, l’arte non è solo un modo di esprimere un proprio talento o di goderne ma è una vera e propria terapia. Così com’è benefico anche ridere. Su queste basi nasce l’arte-terapia (e la clownterapia per il riso). L’arte-terapia è stata molto praticata soprattutto in ambito psichiatrico anche per elaborare vissuti difficili o dolorosi. Poi si è diffusa in molto altri contesti sanitari e non. Ed infatti, era esattamente questo il senso degli eventi culturali (musicali ed artistici) di un progetto da me ideato e coordinato (“Vivere bene in Ospedale”) e con la collaborazione attiva di singoli ed associazioni (culturali e di volontariato), presso l’Ospedale da Procida di Salerno. Senza alcun finanziamento il progetto è andato avanti diversi anni.
L’arte è sempre stata una formidabile forma di espressione delle passioni, delle emozioni. Si pensi ai tanti artisti che hanno trovato proprio nell’arte la loro realizzazione, anche se, purtroppo, non sempre sono stati compresi dai contemporanei. Il loro talento visionario era troppo avanti per la loro epoca (Van Gogh, Ligabue e molti altri), e quindi il loro genio artistico verrà compreso solo molto più tardi.
Ma pur senza pretendere di raggiungere la celebrità il nostro benessere quotidiano può certamente essere aiutato con una visita ad una mostra, ad un museo, o dandoci da fare con pennelli e musica, o semplicemente cantando sotto la doccia. Il requisito essenziale, però, è che quello che vediamo, suoniamo e/o cantiamo sia veramente bello e non raccapricciante. Gli studi sui cristalli di ghiaccio di Masaru Emoto, hanno dimostrato proprio quello che abbiamo appena detto. E se la natura (nello specifico l’acqua e i suoi cristalli) godono o soffrono delle cose belle o brutte (producendo nel primo caso magnifici cristalli, oppure nel caso opposto solo cristalli spezzati) , si pensi a quanto questo deve essere ancor più vero per gli esseri umani.