Arte e cultura, Tempo libero
Il sottile piacere: stare bene guardandosi
Chi non ha mai voluto provare l’ebbrezza di sfidare le leggi del tempo incastonando preziosi istanti tra le pagine dell’album fotografico? Chi di fronte a un obiettivo fotografico non è mai stato colto dal narcisistico bisogno di apparire al meglio di sé per guardarsi compiaciuto dopo anni o per imprimere il ricordo d’un momento felice?
Baudelaire definiva i fotografi “pittori falliti” privi delle abilità necessarie per essere considerati artisti. Nonostante ciò, cederà alla tentazione di fermare il tempo e lasciare una traccia di sé nel futuro facendosi ritrarre da Daguerre e Nadar, maggiori fotografi dell’epoca.
La fotografia risponde al bisogno dell’uomo di fermare l’attimo trasmettendo emozioni a livello cosciente e a livello inconscio essendo strumento non verbale capace di attivare vissuti profondi. “Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento” diceva Henri Cartier Bresson. Ecco che epoche storiche, personaggi illustri e avvenimenti rilevanti rimangono impressi indelebilmente, scolpiti visivamente nella memoria collettiva quando vengono catturati in uno scatto.
Continua a leggere l’articolo a pagina 12 del numero 17 di Informa – Ecologia del Benessere
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Valentina Villani – Psicoterapeuta