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Esperienze

“Io sono la Storia”

Posted: 06/07/2015 alle 8:28 am   /   by   /   comments (2)

Intervista esclusiva al primo occidentale divenuto Abate ShaolinShi Yan Fan, di origine italiana, è oggi un riferimento in USA.

La storia d’Oriente che ha scelto un occidentale per ricoprire il ruolo importante di Abate del Tempio Shaolin di Los Angeles. Una cultura millenaria, un percorso duro, coraggioso e pericoloso che ha portato Franco Testini, il primo occidentale nella storia a diventare Monaco della 34esima generazione di eroi Guerrieri Shaolin, dalla sua natia Brindisi alla California, una scelta di vita che è diventata presto anche filosofia di vita.  Il suo Tempio a Los Angeles è frequentato dalle persone più varie, star del cinema, ma anche giovani usciti dalla droga e persone (disabili) sulla sedia a rotelle.

Non parlo con tutti, e non mi fido… né ricevo chiunque: qui il mio ufficio, la parte della mente, mentre là il Tempio, che è l’altra parte – di me, di lei, di tutti – quella fisica, del corpo

Riconosciuto oggi patrimonio mondiale UNESCO, pur essendo noto soprattutto perché è lì che sono nate tutte le nobili arti marziali, il Tempio cinese Shaolin è un luogo spirituale antichissimo, ancor più del Vaticano. Per i cinesi e per il loro governo è un luogo da venerare, giacché lì è nato il loro Buddhismo grazie a Bodhidharma.

Importante nello Shaolin allenare infatti anche il fisico, per mantenersi bene in salute e vivere perciò al meglio la propria vita. Potenza del corpo che si fa potenza (forza) di spirito. Il corpo e lo spirito sono come due specchi riflettenti che si rimandano l’immagine: quello che colpisce il corpo ha eco, effetto e risonanza (azione) anche nella mente, sullo stato d’animo, tra gli strati profondi dell’anima, dell’esistenza stessa. Fuori e dentro di noi. E viceversa.

Ma facciamo un passo indietro.

Scopriamo chi è Franco Testini, vediamo com’è stato possibile che un uomo – un occidentale – abbia trovato il coraggio di cambiare la storia millenaria, lasciando il suo vecchio nome per acquisirne uno nuovo, quello buddhista di Shi Yan Fan (che significa ‘Cielo Potente’).

È il 2007. Siamo nell’originario tempio buddhista Shaolin, sul Monte Song Shan, nella provincia cinese di Henan (Cina), e lui, solo lui fra 800 monaci, ridottisi poi da 100 a 43, riesce a superare la prova: dopo un mese di durissimi allenamenti fisici e mentali, di sacrifici, di meditazione e di preghiera, riceve il Jeiba, quei marchi di 9 cerchi segno di consacrazione e appartenenza ufficiale agli eroi Monaci Guerrieri.

Nove bastoncini d’incenso che accesi sulla testa, sulla tua testa bruciano… consumandosi lentamente… fino a lambire il cuoio capelluto. A penetrarlo, a intaccarlo profondamente” ci racconta il monaco Shi Yan Fan, con quel ricordo ancora vivo negli occhi, nel cuore. Odore di carne bruciata, artigli di dolore, concentrazione tesa al massimo, fra corpo e spirito, per elevarsi al di sopra di sé e della prova stessa cui ci si è sottoposti, per vincere la paura, il dolore e il coraggio, le urla degli altri… Alcuni svengono, altri fuggono, incapaci di sopportare oltre… Tale ordinazione fa ancora più scalpore, soprattutto negli stretti confini della Cina politica: Franco è un occidentale, il primo ad avere ricevuto il Jeiba, una cerimonia antichissima….l’unico a esserci riuscito.

Dopo 300 anni che tale cerimonia, proprio perché così cruenta e pericolosa, era stata bandita, ufficialmente interdetta.

Il Jeiba… storia antica, che viene dal 495 dopo Christo… non si vede dall’epoca di Da Mo, cioè Bodhidharma… Fino a oggi non c’era stato più alcun Jeiba…”

Ci spiega infatti che ci vuole tempo, per arrivare a divenire monaci, che c’è differenza tra discepolo e monaco ordinario: il discepolo non è un monaco, né fa vita monastica.

Il monaco diventa sangue del Tempio, figlio di Shaolin”, e  come tale non può che seguirne tutti i dettami, quel ritmo semplice e naturale che caratterizza la vita di un Guerriero Shaolin, la cui giornata ha inizio con la sveglia del mattino, alle quattro, per proseguire con la doccia fredda, la meditazione, il primo allenamento della giornata, quello personale, il consumo del primo pasto, da condividere con i fratelli monaci, per poi passare all’insegnamento ai discepoli, seguiti sia nel corpo, con la pratica condivisa, che nella mente, sollecitata dai frequenti ‘colloqui’ che si possono avere, per parlare non solo della pratica e dell’allenamento stessi, ma anche di qualsiasi altra questione che si voglia condividere con il proprio maestro.

Praticante, studente, discepolo, monaco ordinario” questa è la gerarchia, ci dice Shi Yan Fan lieto di approfondire anche questo aspetto.

Vita certo un po’ dura e che forse mette un po’ di timore, seppure non per chi è chiamato ‘Powerful Sky’ e insegna con sguardo diretto e voce pacata il Buddhismo Chan e il Kung Fu Shaolin.

Shaolin sta uscendo dalla storia: è usato per fare soldi, per ricamarci su… c’è il mito, c’è la leggenda – ma la realtà, la verità dietro il mito e la leggenda, quella è ignota, è fraintesa… è spesso mal divulgata, anche volontariamente, e perciò male interpretata” continua il Maestro dando il via alla cerimonia del the (che esiste anche lì, nello Shaolin, e non solo in Giappone, come già risaputo). “Sapeva che nello Shaolin ci sono due stili? Quello sud e quello nord. Il sud Shaolin insegna metà parte, invece il nord Shaolin è completo… è proprio da esso che si originano infatti tutti i punti focali delle arti marziali… la parte moderna dello Shaolin è rappresentata dal Wushu” Lo Shaolin lo si può usare in tre stili di vita: per dare il proprio meglio e arrivare alle olimpiadi, come molti atleti, per diventare movie star oppure per divenire insegnanti della medicina interna e prolungare la vita, c’illumina poi l’abate Shi Yan Fan trascorsi i minuti di silenzio richiesti dalla cerimonia del the, davvero carica di significati.

Secondo la disciplina Shaolin tre sono gli step principali della pratica, c’informa Shi Yan Fan: 1) guardare, sentire, ascoltare 2) avere auto-controllo (self-control), equilibrio (balance) e flessibilità (flexibility) 3) imparare la velocità (speed), l’agilità (agility) e la potenza – forza fisica, potenza del corpo (power). Da abbinarsi all’esercizio costante delle cinque virtù, ossia saggezzacompassionesincerità, coraggio e pazienza.

Quando il discorso tocca la vita umana e l’umano benessere, non si può non arrivare anche agli strumenti, ai mezzi di oggi. Eccoci perciò alla tecnologia (società sempre più tecnologica; bambini e ragazzi ipertecnologici, proprio come i loro adulti; dispositivi sempre più innovativi e hi-tech, utili ma non sempre indispensabili, o insostituibili), ed ecco il pensiero di un Monaco Guerriero Shaolin su di essa: “Si fa tutto tramite la tecnologia, la tecnologia sta spegnendo l’essere umano: ti attrae e ti conquista, ti domina.. ma la tecnologia non può sostituirsi all’uomo, è l’uomo che deve dominarla, non il contrario”. Verissimo: non deve lasciarsene controllare, ma controllarla. Controllare tutti i materiali e gli strumenti di cui si serve. Animarli e ri-animarli, trasfondere in essi il proprio spirito, il proprio soffio, alito vitale.

Lo Shaolin: oggetto e soggetto di miti e di leggende, di grandi film, di fantasia e d’immaginazione che corrono a briglie sciolte. “Ma oggi occorre scoprire chi erano davvero i 13 guerrieri di Shaolin e come hanno fatto a portare al successo lo Shaolin”… questa è una storia, questa è la storia che  Shi Yan Fan può oggi raccontarci.

Una storia che diverrà presto un film. Un grande film, unico e imperdibile, come la voce profonda di questo straordinario narratore, capace di far rivivere immagini, suoni, parole, silenzi. Freddo e neve, e il mite tepore della California, dell’oceano, delle immense palme che dalla terra svettano fino al cielo.

Veniamo così a sapere che al momento si sta iniziando a lavorare alla sceneggiatura – già dal trattamento s’intuiscono le forti potenzialità di un simile film: oltre che certamente innovativo (giacché in IMAX 3D nativo e con l’utilizzo di sofisticate tecniche di ultima generazione), anche di grande importanza per l’Occidente (ricordiamoci che Franco Testini è nato in Italia). Un film che, giustamente, mira agli Oscar – e può permettersi di farlo, date tutte queste premesse.

Oltre alle aziende di Hollywood, per le riprese che si svolgeranno in Italia è prevista la collaborazione al progetto anche della Delta Star Pictures di Roma, il cui AD Jordan River ha partecipato ad alcuni incontri a Los Angeles.

Abbiamo una storia importante, noi occidentali, ma non la mettiamo in atto

“Ma che cos’è lo Shaolin, che cos’è il Kung Fu?” gli chiediamo “In termini pratici, semplici… che tutti possano comprendere, capire”

Non certo lotta, combattimento, sport o competizione, com’è spesso considerato oggi. Lo Shaolin è fatto generazione dopo generazione: non ci sono livelli e cinture, non c’è gara. Il vero Kung Fu è una chiave del mistero. È una medicina interna, interiore – chi sei, cosa vuoi, dove vuoi andare: il traguardo è l’inizio, non la fine. Tutto inizia dall’inizio…” perché nell’inizio c’è tutto, mentre nel traguardo sei già arrivato, hai già visto tutto, hai già detto tutto, hai già fatto tutto. All’inizio tutto è ancora in potenza, ancora occorre ascoltare – sedersi, e ascoltare.

Come fanno i discepoli di Shi Yan Fan: esprimono un gesto d’inchino compiendo un atto di umiltà interiore e di contemplazione, e ascoltano il Maestro (Shifu), imparano dai suoi movimenti (durante l’allenamento, giù al Tempio), dalle sue parole (durante l’insegnamento della filosofia Shaolin), dai suoi silenzi (quando la parola tace, perché non occorre più), durante la meditazione (quando non c’è più bisogno di movimento, di azione). “E l’inizio nel Buddhismo Shaolìn è sempre più difficile della fine: all’inizio devi verificare ancora chi sei e che cosa vuoi fare, la tua meta, il tuo obiettivo reale – la tua essenza, il tuo stesso io” chiarisce Shi Yan Fan.

Alcune persone, uscendo dal Tempio, distruggono la saggezza, la disciplina, la ricchezza acquisita dentro il Tempio: si perdono, si lasciano andare… lasciando andare quella filosofia, quella pratica, quello stile di vita” aggiunge poi come sovrappensiero, ben sapendo che la strada della dura disciplina – che comporta anche forte solitudine – non è per tutti, ma solo per chi la sceglie con assoluta decisione e sincerità.

Come fare per vivere bene e godersi la vita, le cose belle della vita? È molto semplice, in realtà… è facile. È l’uomo che fa tutto difficile! Si complica la vita, i giorni, le notti…. L’ho detto: chi sono, che cosa voglio e dove vado, cioè che cosa cerco… questo è ciò che dovrebbe pensare seriamente ognuno, chiederselo. E poi capirlo veramente – di sé, del proprio io

Continuando questo discorso sull’ABC della vita, Shifu aggiunge, prodigo di consigli: “Dogmi, precetti, regole…  la gente è stanca, non crede più. Non vuole più credere: perfino la religione è una lotta, una guerra e una politica. Vivere al momento: è la chiave della felicità… Il futuro viene dopo, quando siamo sicuri del passato… vivere la buona dormita, la buona salute, il buon cibo… è tutto ciò che vuole la gente. Viversi. Vivere. Cercando di potenziare sempre più la propria energia… e così prevenire i problemi, anche quelli di salute… prevenire e stare bene invece di ammalarsi… non è più saggio? Più facile?

Domande ricche di profondità, sicuramente nate dall’esperienza personale, dall’aver lasciato la propria terra e la propria famiglia per trasferirsi altrove, per seguire il proprio percorso di crescita personale e spirituale. Anche senza sapere la lingua, anche senza lavoro e senza denaro, solo con 30 mila lire in tasca. Anche dopo un evento catastrofico terribile come il terremoto che colpì Los Angeles nel 1994, anno in cui Franco, invece di andare a New York, mutò la propria meta nella Città degli Angeli. “La vera medicina è conoscere l’interno della vita, non l’esterno. È sapere come siamo fatti, come funziona il corpo. Il vero maestro è la Vita… ci facciamo chiamare ‘Maestri’, ma in realtà noi siamo tutti ‘discepoli provenienti dalla grande natura’…”.

Ci dica ora della Cina, dei rapporti con il governo cinese, con il tempio Shaolin di Henan…

La mia posizione è più importante di quella di Shì Y?ngxìn, l’Abate del Tempio di Henan… perché lui è solo abate, che ha un grande incarico dal millenario Tempio Shaolin, ma io sono la Storia… la storia è unica, intoccabile – è cosa vera, reale. Perché io sono occidentale e, con tutto il rispetto umanitario, un cinese non può rappresentare l’Occidente. Solo un occidentale può farlo… e questo occidentale sono io. Shi Y?ngxìn non può farlo. Io sì. L’uniforme che io indosso per me è una seconda pelle, sia fuori, in pubblico, che nei Templi o nelle chiese cattoliche… La mia missione è anche rappresentare 5.000 anni di storia, la cultura cinese – anzi, la cultura orientale…”

1938 e 1955: due date importanti, storiche, relative alla distruzione del Tempio di Shaolin, accaduta più volte.

Nel 1938 si è ricostruito di nuovo… sempre lotta fra Cina e Giappone… i Giapponesi erano più forti, e i Cinesi non potevano farci nulla…” ricorda Shi Yan Fan, memoria storica di un’epoca.

L’Abate Shì Y?ngxìn in Cina ha funzione di rappresentanza del tempio di fronte al mondo” continua a rivelarci Shi Yan Fan, l’abate di Los Angeles “però è il governo cinese che controlla l’abate e il tempio”, controllando anche chi sei, che cosa fai, come ti comporti, se segui le sue direttive o no, ci fa intendere fra le righe.

Con me i cinesi hanno due facce, e non è bello: se io sono stato scelto… non m’interessano invidia e gelosia, io ho ricevuto la mia missione e ora la seguo, la devo seguire… voglio seguirla. Non riceviamo compensi, né supporti. L’abate del tempio cinese ha la mia stessa età, lui è stato fortunato: l’abate precedente stava male, aveva problemi di salute, e allora lui si è proposto ed è diventato Abate, succedendo all’abate in carica… l’abate che mi ha scelto, che mi ha dato questa possibilità, perché non comunica con me, non viene a trovarmi, quando viene in USA?”

È dispiaciuto: per il governo cinese lui, un occidentale, non dovrebbe ricoprire tale carica, avere tale posizione – fra l’altro a Hollywood, centro di potere, fama e business. Si lamenta, Franco, esprime tutto il suo sconcerto, la sua amarezza, i suoi dubbi: ha lasciato tutto – “la mia famiglia, perfino mio figlio” – per seguire questa missione, e poi non può adempierla pienamente come vorrebbe.

La Cina non vuole, il governo cinese non lo permette. Infatti l’intervento durante occasioni ed eventi ufficiali e/o istituzionali è riservato all’Abate di Henan, e a lui solo.

Ma io devo rappresentare la missione… l’Abate Y?ngxìn  ha un cuore pacifico, ma le persone accanto a lui gli rubano il cuore per fargli avere il controllo di tutto: finanze, comunicazione, divulgazione, storia e verità su Shaolin – lui è ricchissimo, ma non supporta il tempio Shaolin di Los Angeles, né finanziariamente né in altri modi: dagli occidentali l’abate Shì Y?ngxìn vuole, non dà. Quando viene qua lui aiuta i miei fratelli, dà soldi ai cinesi, ma non al nostro Tempio…”.

Dunque nessun supporto dal tempio Shaolin e dal suo Abate cinese, nonostante egli sostenga di voler aiutare le persone, i poveri, e che la cultura cinese non dev’essere divisa. Promuove altre scuole, ma non quella del Tempio di Sherman Oaks.

Una mission che l’abate Shi Yan Fan sente profondamente, rivolta allo Shaolin e a tutti i discepoli, di tutto il mondo, compresi quelli cinesi – anche se loro tale missione sembrano non volerla riconoscere né ammettere.

Il Buddhismo esiste già dalla vita, dall’inizio della terra. Il Buddha è la natura. Siddharta stesso scelse il mondo al di fuori del suo ricco palazzo, dov’erano ricchezza, averi, potere e gioia, ma non dolore né malattia, per aiutare gli altri, per vedere che cosa avrebbe provato lui a diventare povero, ad aiutare la gente, la natura… è così che si ha la Buddha Light… l’illuminazione

Ascoltiamo. Ascoltiamo ammirati della forza e della tenacia di un uomo che ha creduto in sé stesso e che, nonostante tutti gli ostacoli, non si ferma, perché chi si ferma è perduto, non può raggiungere alcun traguardo, non persegue più obiettivi.

L’Abate Shi Yan Fan prosegue, parlandoci ancora del Buddhismo, affrontando ulteriori concetti. È un uomo ricco di parole e di pensieri, di storia… da trasmettere. E lo fa con spontaneità e naturalezza, abilità sviluppate nel corso di circa vent’anni.

Tutti abbiamo una missione… nel Buddhismo le finestre sono totalmente aperte: significa che occorre aprirsi alla generosità, alla fratellanza, alla pace, alla comunicazione… all’interazione con gli altri… alla contemplazione, alla preghiera… alla meditazione. Tutti noi esseri umani rappresentiamo una sola persona – cioè tutte le persone del mondo. Siamo un numero di vita. L’età per me è solo un numero…

Il tono sempre più pacato, le parole si fanno profonde – sempre di più. Si affrontano temi come la vita, la morte, la vita oltre la vita.

Nello Shaolin si vede la reincarnazione solo quando si mette in evidenza l’energia vitale nell’azione, per esempio quando fai un esercizio e ti senti rinascere…

La nostra intervista con Shi Yan Fan è ormai conclusa, dobbiamo lasciare il Tempio Shaolin di Los Angeles, dove siamo andati a trovarlo con immenso piacere, in Sherman Oaks.

In attesa d’incontrarlo prima possibile in Italia, ci lascia un ultimo pensiero su cui riflettere, a cui affidarsi… magari nei momenti più difficili, bui più di sempre.

Chi è che muove l’albero? Il vento, che vive nel presente… il vento non ha futuro: non ha direzioni, soffia dove vuole. L’albero allora si mette dentro al vento, perché il vento è più forte, più potente. E si lascia dirigere dal vento, al vento si affida, si ispira.. e il vento continua a soffiare…