Esperienze, Sociale, Tempo libero
L’allenatore… nel sociale
Non sempre si fa sport con il solo scopo di vincere, di annientare gli avversari, a volte c’è chi interpreta la parola sport nel miglior modo possibile.
Ora non vogliamo dire che siamo di fronte al nuovo De Coubertin, ma sicuramente abbiamo di fronte una persona che interpreta l’attività agonistica come una missione per far migliorare i ragazzi che allena non solo da un punti di vista atletico-tattico, ma anche a farli crescere e farli formare per meglio affrontare le dure battaglie della vita.
Abbiamo di fronte Alfonso Zoccola un padre di famiglia che si è sempre distinto nel mondo del calcio come un allenatore-educatore.
D. Da quanti anni alleni?
R. Alleno da circa un ventennio. Ho dediso di seguire squadre del settore giovanile perché, avendo allenato anche squadre di prima categoria, mi sono accorto che i calciatori, o presunti tali, giunti all’età di 18/20 anni non riescono nemmeno a stoppare una palla e/o eseguire un semplice passaggio di un metro ad un compagno di squadra. Secondo il mio modo di vedere, il problema è alla base. Cioè questi atleti in età adolescenziale non hanno avuto la possibilità, la voglia o la mancanza di stimoli per soffermarsi su quella che è la tecnica di base di questo sport e che le lacune accumulate all’inizio della pratica sportiva, se le sono portate avanti senza che poi si possa più ovviare a questo problema. Ma anche e soprattutto per formare i ragazzi sull’aspetto comportamentale in campo.
D. E’ difficile far capire ai giovani che per raggiungere certi risultati bisogna lavorare sodo?
R. Non è certamente semplice far capire loro che per riuscire a vincere una partita occorre, anche in età adolescenziale, impegnarsi negli allenamenti, soffermarsi, anche con sacrificio sulla tecnica individuale, rispettare al massimo l’atleta che si ha di fronte, tenere fede alle regole che disciplinano il gioco del calcio e, soprattutto cercare di creare all’interno della squadra un gruppo di ragazzi che sempre e soprattutto nei momenti di difficoltà si unisce per cercare di superare tutti gli ostacoli.
D. Ma oltre agli allenamenti e alle partite dedichi anche del tempo al di fuori del rettangolo di gioco?
R. Ovviamente per me questo concetto lo si allarga anche al di fuori del rettangolo di gioco che poi costituisce un mezzo per far stare insieme i ragazzi e aiutarli a non incamminarsi in strade irte e difficili da cui poi difficilmente ne possono uscire. Quindi lo Sport non è solo migliorare la tecnica, l’aspetto fisico o quant’altro ma soprattutto per socializzare con gli altri e come strumento fondamentale nella crescita dei ragazzi. Io non faccio nulla di particolare se non portarli un paio di volte l’anno a mangiare una pizza, prossimamente li porteremo al cinema, organizzare una gita fuori porta con tutti i genitori e mangiare all’aria aperta, la partecipazione a manifestazioni sportive fuori della propria città, abbinando mare, turismo, sport.
D. E stai usando anche altri mezzi di comunicazione più vicini alla nuova generazione per tentare di migliorare il rapporto di rispetto e di amicizia tra loro?
R. Dallo scorso anno ho creato un semplice blog su cui commento le nostre gare e le nostre iniziative coinvolgendo anche i ragazzi a scrivere. Però per la verità sono più i genitori a seguirlo che i ragazzi. Comunque è uno strumento che suscita interesse. Insomma le cose sono tante per attirare l’attenzione dei ragazzi però ci vuole molta pazienza, un tantino di fantasia e molta passione altrimenti determinati obiettivi non riesci a perseguirli.
D. Qual è la cosa che più ti ferirebbe come educatore ed allenatore?
R. Il ruolo dell’educatore-istruttore è difficilissimo. Io comunque porto avanti l’idea che a volte è meglio perdere una gara e non vedere un bambino piangere perché ha giocato poco rispetto ad un altro.
Bene, poche cose ci siamo detti, tante altre le abbiamo tralasciate non perché meno importanti, anche perché sull’argomento ci sarebbe da discutere e tanto. Noi volevamo solo presentare un uomo che dedica e dedicherà tanto ancora al nostro mondo sportivo e all’educazione di tanti piccoli aspiranti campioni.
Dott. Alfonso Pierro – Redattore Informa