Esperienze, Medical excercise
L’iyengar yoga nelle palestre: tanto “lavoro” e niente candeline…
Quando circa 7 anni fa ho cominciato a proporre l’Iyengar Yoga in palestra ho dovuto vincere i preconcetti di chi pensava che lo Yoga non fosse adatto ad incontrare il gradimento di chi mediamente frequenta una palestra.
Quando si pensa allo Yoga, infatti, molto spesso ci si immagina una disciplina leggera, dallo scarso impegno fisico e completamente statica e votata al relax. Niente di più sbagliato, almeno per quanto riguarda l’Iyengar Yoga.
L’Iyengar Yoga prende il nome da B.K.S. IYENGAR, un maestro novantenne che vive a Puna, in India, e che ha studiato a fondo tutte le asana (così si chiamano le posizioni dello Yoga) per arrivare a creare un proprio metodo di insegnamento, molto intenso e impegnativo sul piano fisico, basato sul corretto allineamento di muscoli e ossa, apertura del torace e allungamento della colonna.
Non solo.
Spesso si pensa allo Yoga come ad una pratica “strana” simile al contorsionismo, non adatta alla gente “normale” e qui veniamo ad un secondo tipo di preconcetto. Anche qui l’Iyengar Yoga riscuote tantissimo successo proprio nelle palestre perché grazie all’uso dei supporti, peculiarità di questo tipo di Yoga, quali mattoni, cinte, bolster (una sorta di cuscinoni), coperte e altri attrezzi TUTTI riescono ad eseguire le posizioni, anche quelle che sulla carta sembrano molto difficili.
In aggiunta a questo e oltre ad essere un ottimo lavoro per il fisico, l’Iyengar Yoga ha tutti i vantaggi “terapeutici” dello Yoga classico.
A questo riguardo circa un disturbo largamente diffuso che ha raggiunto proporzioni “epidemiche”, la lombalgia cronica, una ricerca statunitense pubblicata sulla rivista scientifica Pain ha verificato gli effetti della pratica Yoga, e in particolare del metodo lyengar, su un gruppo di persone affette da questo tipo di problema.
Tra i metodi yoga più diffusi negli Stati Uniti, l’Iyengar Yoga è il prevalente.
L’Iyengar Yoga va inserito nei piani di allenamento di quanti vogliono avere una forma fisica che sia al meglio in quanto costituisce l’anello mancante di quello che in genere si allena nei nostri club, ovvero la forza e la resistenza (le attività, cioè di tipo aerobico). Lo Yoga spesso viene confuso con lo stretching e indubbiamente quello che viene percepito sin dalle prime sedute è una sensazione di benessere dovuto alle aperture che si creano e che permettono al corpo di “respirare” meglio grazie alla rimozione di blocchi che non sono solo muscolari, ma anche energetici e al fatto che le asana a differenza dei semplici esercizi di stretching, coinvolgono non solo il piano muscolare e scheletrico, ma anche quello endocrino e degli organi interni.
Tuttavia bisogna fare attenzione perché con la pratica dell’Iyengar Yoga non migliora solo la flessibilità, che pur da sola giustificherebbe l’inserimento in ogni di piano di allenamento di questa disciplina, visto che essa è una delle tre”F” del Wellness (Forza – Fiato – Flessibilità). L’Iyengar Yoga è anche rigore, disciplina, attenzione, capacità di concentrazione, ascolto del corpo, sviluppo di abilità che non vengono allenate né in sala pesi né nei classici corsi di gruppo.
Con il contatto profondo con il proprio corpo che l’Iyengar Yoga dà si capisce che il nostro corpo non solo è veramente il tempio dell’anima, ma che il nostro rapporto con esso è un paradigma del nostro approccio alla vita.
In questi anni di insegnamento ho visto dei cambiamenti nelle persone che frequentano le lezioni di Yoga Iyengar che nessuno avrebbe mai immaginato: persone che fino a poco tempo fa sollevavano solo pesi me li ritrovo a testa in giù a fine seduta “perché mi diverte e mi fa stare bene”, ciclisti che si definiscono “sisya “ (allievo), donne cinquantenni che mai avrebbero messo piede in palestra perché “la palestra non fa per me” che non sanno più rinunciare al loro appuntamento con il Wellness e con lo Yoga.
Tutto questo perché quando cresce e si sviluppa la consapevolezza corporea nella misura in cui avviene con l’Iyengar Yoga, si modifica anche ”la testa”, ed ogni miglioramento seppur minimo viene vissuto (ed in effetti così è) come un miglioramento interno.
Una lezione di Iyengar Yoga, dunque, ha un ritmo molto allenante, è una lezione durante la quale si suda, ci si allunga, ci si diverte e solo alla fine ci si dedica ad una fase di completo rilassamento (meritatissimo, credetemi).
Non aspettatevi dunque una lezione fatta di incensi e candeline, ma preparatevi ad un lavoro “duro”, che mette in rilievo blocchi che non pensavate di avere e che vi dona tanto benessere.
Adriana Calò
Insegnante di Yoga, certificata metodo Iyengar, presso l’Athlos Club di Civitavecchia