Salute
Obesità in pediatria
Esiste una condizione nell’infanzia che permette di identificare precocemente i futuri predisposti a malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa e diabete: l’obesità.
Diverse sono le definizioni di obesità ma, come già indicato nel n. 1 di questa rivista dal Dr. Adesso, quella più utilizzata è basata sull’indice di massa corporea (BMI). Esso si calcola dividendo il peso per l’altezza in metri elevata al quadrato, si ha così il soprappeso per valori tra 25 e 30, e l’obesità per valori superiori a 30.
Attualmente circa il 7% della popolazione mondiale è obesa, la percentuale dei soggetti in soprappeso è 2-3 volte maggiore.
Questo fenomeno si sta diffondendo come una epidemia, dall’America del nord e Nord Europa all’area del Mediterraneo, proprio in quei paesi considerati la culla di una salutare ed equilibrata dieta. Recentissimi dati Eurispes (2008) dicono che in Italia i “fuori-peso” sono quasi 5 milioni con tendenza a preoccupante crescita e a far meditare sono soprattutto i giovani: 4% bambini e adolescenti obesi e 24% in soprappeso con la Campania che conquista la maglia nera (36% bambini e ragazzi in eccesso peso).
Tralasciando le cause (ormonali, farmaci ecc.) già segnalate nel succitato intervento, sembra giusto sottolineare gli aspetti comportamentali che la favoriscono e gli eventuali rimedi.
E’ stato evidenziato che bambini che dedicano meno tempo all’attività fisica sono a più alto rischio di sviluppare obesità durante l’infanzia e l’adolescenza.
Televisione, computer e uso di videogames hanno contribuito a uno stile di vita più sedentario e al consumo di merende e cibi pubblicizzati ad alto contenuto di grassi ed eccessivo tasso calorico. I bambini obesi tendono a saltare la colazione, ma mangiano eccessivamente durante la giornata. Il consumo di bevande dolci a elevato contenuto di zuccheri è la causa principale dell’incremento calorico, soprattutto perché esse tendono a rimpiazzare, nell’adolescente, il consumo di latte e calcio. E’ dimostrato che l’allattamento al seno ha un effetto protettivo.
In generale, soggetti con peggiore livello socioeconomico sono più predisposti a diventare obesi rispetto a soggetti con livello socioeconomico migliore, i quali possono avere maggiori disponibilità di condurre uno stile di vita migliore, di accedere a cibi migliori e hanno maggiore facilità di svolgere attività fisica.
Come scrive il Prof. Panizon “nel Mondo Ricco l’obesità è la malattia delle classi più povere; nel Mondo Povero alla malnutrizione dei più poveri si affianca infelicemente l’obesità dei ricchi, tanto più violenta quanto più la ricchezza è recente”.
La percezione dell’obesità da parte del bambino lo porta a considerarsi pigro, egoista, scarsamente intelligente, a isolarsi socialmente ed avere scarsi risultati a scuola. Tra gli adolescenti possono comparire sintomi di depressione e ansia.
Il pediatra deve identificare il bambino in soprappeso e intervenire prima che diventi obeso, dando consigli nutrizionali di base come eliminare le bevande zuccherate e gassate, contenere i condimenti grassi, controllare le porzioni, aumentare i consumi di frutta e verdura, ridurre i cibi precotti, incoraggiare un’attività fisica quotidiana. Dopo aver controllato i progressi, se questi sono insufficienti si indirizzerà a un programma alimentare mirato e poi ad un eventuale intervento specialistico.
Il ricorso a un approccio farmacologico o addirittura chirurgico è solo per forme complicate.
Le strategie di salute pubblica mirate alla prevenzione del fenomeno dovrebbero partire dalla scuola per essere estese a tutta la comunità. Una corretta educazione alimentare è essenziale dalla scuola materna a tutti i livelli scolastici successivi.
Primario obiettivo sarebbe quello di ridurre tutte le attività sedentarie, con possibilità di poter svolgere esercizi fisici nelle scuole, nelle aree e strutture di ricreazione.
Da quanto esposto risulta necessario un intervento multidisciplinare, pena l’insuccesso sia dal punto di vista preventivo che terapeutico con lo scopo di avere un futuro di bambini, adolescenti, adulti e anziani con peso normale.
Dott. Mario Cioffi – Pediatra