Prevenzione, Salute
Osteoporosi nell’uomo
L’osteoporosi maschile, pur rappresentando un’evenienza meno frequente rispetto alla forma post menopausale del sesso femminile, sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore.
L’osteoporosi, per definizione, è caratterizzata dalla diminuzione quantitativa dell’osso
normalmente mineralizzato nello scheletro e dal conseguente aumento della fragilità e del rischio di fratture.
La massa ossea aumenta rapidamente durante l’adolescenza, raggiungendo intorno ai 18 anni il picco massimo, che è influenzato da vari fattori:
-razza ( le popolazioni negroidi hanno maggiore massa ossea rispetto ai bianchi);
-ereditarietà ( uomini con storia familiare di osteoporosi mostrano minore densità ossea e maggiore è il numero di parenti osteoporotici, maggiore è la perdita ossea);
-fattori ormonali ( uomini giovani soggetti a ritardo puberale hanno mostrato una riduzione della massa ossea);
-mancanza di attività fisica ( peso corporeo e massa muscolare rappresentano determinanti significative della massa ossea negli uomini anziani normali);
-abitudini voluttuarie (alcool e tabacco hanno effetto tossico diretto sugli osteoblasti);
-assunzione cronica di corticosteroidi;
-fattori nutrizionali ( sindromi da malassorbimento).
L’osteoporosi è uno dei principali problemi dell’invecchiamento, per cui è necessario porre in risalto l’importanza delle strategie preventive che sono semplici, efficaci, sicure e poco costose.
Molti dei fattori responsabili della perdita ossea possono essere modificati.
Il consumo smoderato di alcool e tabacco è dannoso per lo scheletro, in quanto entrambi sopprimono la neoformazione ossea.
Una dieta bilanciata e ricca di calcio, insieme ad una corretta esposizione alla luce solare sono utili per un’adeguata produzione di vitamina D.
Il mantenimento dell’abitudine all’attività fisica riduce la perdita di osso e può
contribuire a far diminuire il rischio di cadute e di conseguenti fratture.
L’attività fisica rallenta il processo di invecchiamento dello scheletro.
Indipendentemente dall’età, una vita fisicamente attiva, rispetto alla vita sedentaria,
si correla ad una maggiore massa ossea e questo vantaggio permane dall’età dello
sviluppo fino all’età senile.
Soggetti che si dedicano a programmi di potenziamento muscolare sviluppano massa
ossea significativamente superiore rispetto a soggetti che si impegnano in attività fisiche di resistenza ( i nuotatori hanno minor massa ossea rispetto ai sollevatori di pesi).
Una regolare attività fisica di potenziamento muscolare può, quindi, contrastare il
fenomeno della demineralizzazione: studi recenti correlano una minor massa magra alla ridotta densità ossea e, siccome in età avanzata il soggetto sedentario tende a perdere massa muscolare, si capisce come il mantenere o migliorare il proprio tono muscolare aiuti a preservarsi da questa patologia.
Dott. Donato Opromolla – Urologo