Salute
Risolvendo. Nuovi sviluppi di tutela lavorativa e medica per le donne affette dall’endometriosi
“Le donne affette dall’endometriosi registrano problemi non solo fisici ma hanno anche gravi ripercussioni nel mondo del lavoro”. A dirlo la Consigliera di Parità della Provincia di Salerno, Fiordelisa Leone, questa mattina nella Sala del Consiglio di Palazzo Sant’ Agostino (via Roma, Salerno), in occasione del convegno “Risolvendo. Nuovi sviluppi di tutela lavorativa e medica per le donne affette dall’endometriosi”, di cui è stata la promotrice.
“Quasi l’80% delle donne, infatti, – aggiunge l’avvocato Leone – abbandona il lavoro perché non riesce a gestire questa malattia con i problemi che essa comporta almeno sei giorni al mese. Il convegno di questa mattina è stato strutturato proprio per sensibilizzare non solo le dirette interessate ma anche gli attori istituzionali e quindi i datori di lavoro”.
Per la senatrice Pdl Laura Bianconi, Vicepresidente Gruppo Pdl Senato: “Siamo ormai alla fine di un percorso molto lungo. A breve il ministro firmerà il riconoscimento di invalidità per le donne in forma grave. Ciò significa che la patologia dell’endometriosi rientrerà nelle tabelle di invalidità civile. Solo allora le donne saranno finalmente tutelate”.
Dopo i saluti dell’assessore alle Politiche del Lavoro, Centri per l’Impiego, Pari Opportunità, Giuseppina Esposito; della Consigliera di Parità della Provincia di Salerno, Fiordelisa Leone; del Segretario nazionale Associazione Ostetrici Ginecologi, Antonio Chiantera e Monica Maietta, già presidente Consulta Regionale Femminile, sono intervenuti: Marisa Di Mizio, Presidente Associazione A.P.E. Onlus (Associazione Progetto Endometriosi), la dott.ssa Maria Gabriella De Silvio, Presidente Comitato Pari Opportunità Asl Salerno, il dott. Davide De Vita, segretario regionale A.O.G.O.I., il dott. Giuseppe Tramontano, dirigente ginecologo U.O.M.I. Distretto 60, il dott. Pietro Masullo, direttore U.O. di Oncologia Ospedale San Luca – Vallo della Lucania, il dott. Antonello Crisci, professore associato di Medicina legale Università degli Studi di Salerno.
Ha concluso la senatrice Laura Bianconi, Vicepresidente Gruppo Pdl Senato.
Per la presidente Marisa Di Mizio, “questa è una malattia di cui si parla e si sa molto poco, tanto che spesso le donne non sanno neanche di soffrirne. Non sappiamo – rimarca – neanche quante sono di preciso le malate di endometriosi. Per poter ottenere una mappatura è necessario avviare un registro delle pazienti a livello nazionale, partendo semmai proprio dalla Campania. Ancora molto si deve fare. La nostra associazione è nata nel 2005 a Reggio Emilia dove vivo anche se sono campana, quando un gruppo di donne, con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle e con storie di volontariato alle spalle, hanno valutato che l’unico modo per prevenire le complicanze di questa malattia, che non è solo l’infertilità, è la conoscenza di questa patologia. Io sono stata affetta da endometriosi che mi è stata diagnosticata dopo venti anni causandomi l’asportazione di utero e ovaie. Le donne non abbiano paura di parlarne e di chiedere informazioni. L’endometriosi è una malattia complessa, cronica e poco conosciuta, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, chiamato endometrio, in altri organi (ad esempio ovaie, tube, peritoneo, vagina e talvolta anche intestino e vescica).
Secondo i dati forniti dalla senatrice Bianconi nel corso di un’Indagine Conoscitiva sul fenomeno dell’endometriosi come malattia sociale (anno 2005), “ Vi sono 14 milioni di donne in Europa e 5,5 milioni nel Nord America che soffrono di questa malattia; l’ONU stima che al mondo ci siano 150 milioni di donne affette dall’endometriosi. In assenza di precisi dati numerici nazionali sull’entità del fenomeno, possiamo fare riferimento a quelli internazionali, in base ai quali risulta che circa il 10 per cento della popolazione generale femminile in Europa ne è affetta. Non in tutti i casi si tratta di problemi gravissimi: ci sono donne che hanno l’endometriosi ma non sanno di averla e ci convivono. In Italia, nel 2004, una rilevazione del Census bureau (un’indagine statunitense) ha evidenziato che, su una popolazione di circa 59 milioni di abitanti, sono quasi 3 milioni le donne affette da tale malattia”.
Francesca Blasi – Giornalista
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