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Prevenzione, Salute

Sport e diabete

Posted: 05/03/2010 alle 2:12 pm   /   by   /   comments (0)

E’ ben noto come il diabete mellito si associ ad un aumento del rischio

cardiovascolare.

Le cause cardiovascolari sono responsabili del 70% delle morti nei

pazienti diabetici. Nella popolazione generale, la incidenza della malattia coronarica è in riduzione; nei maschi diabetici questa riduzione appare meno marcata mentre nelle donne diabetiche la incidenza sta incrementando. Il diabete è un fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari nel follow-up della popolazione generale.

Un grosso studio epidemiologico UKPDS condotto su 3055 pazienti con diabete mellito di tipo 2 di nuova diagnosi ha confermato che i principali fattori di rischio di cardiopatia ischemica sono :

  1. le aumentate concentrazioni di colesterolo LDL
  2. I bassi valori di colesterolo HDL
  3. L’aumento della pressione arteriosa sistolica
  4. L’iperglicemia
  5. L’abitudine al fumo
  6. Obesità (in particolare quella addominale)

Di fronte ad un quadro metabolico cosi poliedrico le misure da attuare possono sembrare complesse, invece non è così .

Il cambiamento dello stile di vita , una corretta alimentazione e l’attività fisica possono modificare di molto tutti i fattori di rischio che conducono al diabete ed alle complicanze cardiovascolari.

Tra questi, assume particolare importanza il ruolo dell’attività fisica aerobica nella prevenzione del diabete mellito di tipo 2 e di conseguenza di tutti i fattori di rischio cardiovascolari.

Numerosi studi hanno dimostrato che l’attività fisica regolare riduce di circa il 60% l’incidenza di nuovi casi di diabete mellito di tipo 2 specialmente in associazione ad un sano regime alimentare che per noi campani non dovrebbe essere difficile attuare perché si è visto che quella mediterranea ossia la dieta dei nostri padri e nonni è la più salutare.

L’evidenza medica ci permette di affermare che un cambiamento dello stile di vita che includa una attività fisica aerobica di almeno circa 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana riduce di circa il 60% l’incidenza del diabete mellito di tipo 2.

Abbiamo quindi un’arma efficace per arrestare o rallentare l’epidemia diabete prevista per i prossimi decenni.

L’attività sportiva nelle malattie metaboliche e cardiovascolari assume una importanza oltre che di tipo medico anche sociale questo perché aiuta a prevenire le complicanze della malattia cardiovascolare riducendo così i costi sociali.Trattare tutti gli aspetti dell’attività motoria nei vari tipi di diabete e nelle diverse età della vita risulta molto gravoso per un articolo che vuole dare un messaggio scientifico sull’importanza e sulla necessita del movimento che nell’attuale società e sempre meno praticato, a cominciare dai bambini.

E’ utile ricordare che in Campania è presente il più alto numero di bambini obesi o in sovra-peso d’Italia.

Vorrei in questa prima parte affrontare il problema dell’attività motoria nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 e con un’età superiore ai 50 anni.

In questi soggetti, è più difficile far praticare esercizio fisico sia per motivi psicologici che familiari che di organizzazione sociale.

Un adeguato colloquio con il diabetologo e la presa incarico da parte del team rappresenta un momento essenziale per far superare al paziente, generalmente depresso, quello stato di abbandono e di inerzia che lo porta all’inattività.

Quali attività sono preferibili nell’anziano?

Per i soggetti da anni abituati ad uno stile di vita sedentario e consigliabile iniziare semplicemente a camminare e solo dopo aver acquisito un minimo grado di allenamento passare ad altre attività:

la camminata sportiva,il ciclismo a bassa velocità o la cyclette o attività di mobilizzazione articolare da svolgere in palestra sotto il controllo di un esperto in fitness metabolico.

La progressività dell’allenamento consente la capacità di utilizzare gli acidi grassi liberi (FFA) durante l’esercizio fisico; in tal modo la massa grassa viene ad essere sostituita da massa magra che ristabilisce il normale rapporto tra tessuto adiposo e muscolare..

In tal modo c’è un miglioramento di tutti i parametri metabolici quali la glicemia .la colesterolemia e la sensibilità insulinica

Consigli pratici sulle modalità di svolgimento dell’esercizio fisico

Il momento dell’esercizio fisico rispetto al pasto .

Sconsigliabile iniziare un’attività a digiuno per il rischio di crisi ipoglicemiche che nell’ anziano sono pericolose.

Occorre una colazione leggera oppure è preferibile iniziare l’attività tre ore dopo il pranzo , ponendo particolare attenzione all’assunzione dei farmaci ipoglicemizzanti che dovrebbero essere ridotti del 50% come nel caso delle sulfaniluree o della insulina regolare o lenta, sia nella fase precedente che seguente l’attività fisica.In caso di terapia con insulina ultrarapida (Lispro o Aspart) è opportuno ridurre del 30% la dose in considerazione della breve durata d’azione della stessa.

Se l’esercizio fisico supera l’ora il soggetto anziano deve innanzi tutto praticare il controllo della glicemia e integrare con 50 gr di glucosio sotto qualsiasi forma ma preferibilmente come alimenti ricchi di fibra in grado di rilasciare lentamente i carboidrati.

In una persona che deve affrontare un esercizio fisico moderato superiore ad un ora un metodo semplice potrebbe essere questo :

  1. 40 grammi di glucosio all’inizio della attività se la glicemia è minore di 140mg/dl
  2. 10-15 grammi se la glicemia è tra 140 e 179 mg/dl per poi reintegrare con 10-15 gr. ogni ora
  3. Per valori di glicemia compresa tra 180 e 250 mg/dl non occorre alcuna assunzione di carboidrati
  4. Per valori superiori ai 250mg/dl è meglio che la persona eviti l’esercizio fisico specie se è presente acetonuria.

Altro elemento a cui prestare attenzione è l’uso dei calzini e delle scarpe

per evitare sfregamenti della pelle e formazione di bolle che possono essere causa di ulcere anche perchè nella persona anziana più sono presenti rispetto al giovane le deformazioni del piede.

Comunque un anziano diabetico prima di sottoporsi ad un programma di esercizio fisico controllato deve sottoporsi ad uno screening sulle complicanze e ad un esame dell’apparato cardiovascolare abbastanza accurato per minimizzare i rischi a cui può andare incontro per un esercizio fisico inappropriato.

BENEFICI DELL’ATTIVITÀ FISICA:

A. Per l’individuo

1. Fisiologici

I. Benefici immediati:

a. Glicemia: L’attività fisica aiuta a regolare i livelli ematici di glucosio

b. Attività catecolaminica: I livelli di adrenalina e noradrenalina sono stimolati dall’attività fisica.

c. Sonno: È stato riportato che l’attività fisica migliora la qualità e la quantità del sonno in individui di tutte le età.

II. Effetti a lungo termine:

a. Resistenza aerobica/cardiovascolare: sostanziali miglioramenti in quasi tutti gli aspetti della funzione cardiovascolare sono stati osservati dopo un appropriato allenamento fisico.

b. Resistenza e potenziamento muscolare: Individui di tutte le età possono trarre beneficio da esercizi di rafforzamento muscolare. L’allenamento di forza resistente può avere un significativo impatto sul mantenimento dell’autosufficienza nell’anziano

c. Flessibilità: l’esercizio fisico aiuta a preservare e a ripristinare la flessibilità

d. Equilibrio/coordinazione: una regolare attività aiuta a prevenire e/o a ritardare la diminuzione dell’equilibrio e del coordinamento legata all’età che rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio di caduta.

e. Velocità di movimento: una caratteristica dell’invecchiamento è il rallentamento funzionale. Attraverso una regolare attività fisica è possibile posticipare tale inconveniente

2. Psicologici

I.Benefici immediati:

a. Rilassamento: una appropriata attività fisica favorisce il rilassamento

b. Riduzione dello stress e dell’ansia: è dimostrato che un’attività fisica regolare può ridurre stress ed ansia

c. Miglioramento dell’umore: molte persone riferiscono un miglioramento dell’umore dopo una appropriata attività fisica.

II. Effetti a lungo termine:

a. Benessere generale: Incrementi in quasi tutti gli aspetti delle funzioni psicologiche sono state osservate dopo periodi prolungati di attività fisica

b. Migliore salute mentale: L’esercizio fisico regolare può portare un contributo rilevante al trattamento di numerose malattie mentali comprese la depressione e le nevrosi

c. Incrementi cognitivi: L’attività fisica regolare può aiutare a ritardare il declino correlato all’età della velocità del Sistema Nervoso Centrale e migliorare il tempo di reazione

d. Controllo e prestazioni motorie: L’attività regolare aiuta a prevenire e/o a ritardare il declino associato all’età nelle prestazioni motorie fini e grossolane

e. Acquisizione abilità motorie: Nuove abilità possono essere imparate ed abilità esistenti possono essere affinate da tutti gli individui senza limiti di età.

B. Per la Società

I. Ridotti costi di assistenza sanitaria e sociale: l’inattività fisica e la vita sedentaria contribuiscono alla diminuzione dell’indipendenza e all’insorgenza di molte malattie croniche. Uno stile di vita fisicamente attivo può aiutare a ritardare l’insorgenza della disabilità fisica e della malattia riducendo conseguentemente in misura significativa i costi dell’assistenza sociale e sanitaria.

II. Aumento della produttività degli anziani: le persone anziane sono in grado di offrire un rilevante contributo alla società. Uno stile di vita attivo aiuta gli anziani a mantenere un’indipendenza funzionale ed a ottimizzare l’entità del contributo che essi sono capaci di apportare alla società.

III. Promozione di una immagine dell’anziano positiva ed attiva: Una società che promuove uno stile di vita attivo per gli anziani raccoglierà più facilmente i benefici della ricchezza di esperienza e saggezza propria degli anziani nella comunità.

3. Sociali

I. Benefici immediati

a. Rafforzamento degli individui anziani: Una grande percentuale della popolazione anziana adotta gradualmente uno stile di vita sedentario che con il tempo costituisce una minaccia di riduzione dell’indipendenza e dell’autosufficienza. La partecipazione a corsi appropriati di attività fisica può aiutare a rafforzare gli individui anziani e assisterli nel assumere un ruolo più attivo nella società.

b. Aumentata integrazione sociale: I programmi di attività fisica, particolarmente quando sono realizzati in piccoli gruppi e/o in ambito sociale, aumentano le interazioni sociale e interculturali per molti anziani.

II. Effetti a lungo termine:

a. Aumentata integrazione: chi svolge una regolare attività fisica difficilmente tende a chiudersi in se stesso e più propenso, invece, alla partecipazione attiva alle attività sociali

b. Formazione di nuove amicizie: la partecipazione all’attività fisica, specialmente se svolta in piccoli gruppi o altri contesti sociali, offre l’opportunità di nuove amicizie e conoscenze

c. Ampliamento dei rapporti sociali: l’attività fisica offre l’opportunità di ampliare la propria rete sociale

d. Mantenimento del ruolo ed acquisizione di nuovi ruoli: uno stile di vita attivo dal punto di vista fisico spinge a frequentare ambienti stimolanti necessari per mantenere un ruolo attivo nella società e ad acquisire nuovi ruoli positivi.

e. Aumento delle attività intergenerazionali: in molte società l’attività fisica offre l’opportunità di contatti intergenerazionali diminuendo così la percezione stereotipata dell’invecchiamento

Dott. Pasqualino Calatola
Dirigente centro diabetologico salernitano