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Esperienze

Storie di desideri

Posted: 07/12/2015 alle 8:01 pm   /   by   /   comments (0)

Mi chiamo Giovanni, ho dieci anni e sono ricoverato in ospedale per una brutta malattia, non so di preciso di cosa si tratti ma credo che un po’ sia contagiosa cioè, non so perché, ma mi sono convinto che stringendo la mano a qualcuno potrei passargli la mia malattia. Perciò prima di porgere la mano, io lo dico sempre: vedete che sono malato. Mi annoio tantissimo a stare qui, in questa stanza tutta la giornata e allora per far passare il tempo più’ velocemente invento storie e i miei desideri più nascosti prendono forma. L’altro giorno per esempio nella mia stanza ho organizzato una mega festa: la festa del Coniglio pazzo. Lui, il Coniglio pazzo, è un mio amico, è tanto bravo e divertente ma mi mette spesso nei guai. Invitò talmente tanti conigli alla festa che non sapevamo più dove metterli, ce li avevo sopra e sotto al letto, in testa, il pavimento era pieno di conigli, non si poteva più camminare.

Fuori dalla mia stanza c’era una fila lunghissima, spero solo che medici ed infermieri non si siano accorti di niente. Ad un certo punto, durante la festa, ordinammo delle pizze tutte a base di carota, io solo presi una margherita che però dovetti andare a mangiare nel bagno, chiuso a chiave, perché i conigli erano ovunque e volevano la mia pizza. Quando finalmente andarono tutti via, io uscii dal bagno e intorno a me era tutto un disastro, il Coniglio pazzo era andato via e mi aveva lasciato pure il conto delle pizze da pagare. Ho dovuto ripulire tutto da solo! Mi raccomando se incontrate il Coniglio pazzo state attenti!

Mi chiamo Teresa e faccio la volontaria nel un reparto di oncologia pediatrica dove è ricoverato anche Giovanni, incontro quei bambini almeno un paio di volte al mese e quando torno a casa il mio più’ grande desiderio è quello di vivere davvero in quel mondo da dove proviene il Coniglio pazzo, dove l’impossibile diventa realtà. Grazie a Giovanni un giorno sono riuscita a vedere quella fila di conigli fuori dalla stanza, tutti premevano per entrare e la puzza di alcool e medicine non si sentiva più.

Il corridoio e le stanze profumavano di pizza alle carote.

Mi chiamo Carmela ed ho 89 anni, sono ricoverata al reparto di geriatria da quasi un mese, un giorno la mia anca ha ceduto e adesso sono qui a cercare di sopravvivere al tempo che passa. I miei figli vengono a trovarmi molto poco, ognuno impegnato con la propria famiglia, il lavoro, i problemi e io? Forse anche io sono un problema. Vorrei tornare nella mia casa, nel mio letto, tra le cose che io e mio marito, scomparso dieci anni fa, abbiamo ottenuto con fatica e sudore. Quasi non ricordo più i nomi dei miei nipoti eppure desidero vederli, baciarli …ma sono vecchia ormai. Ricordo però benissimo quando ero giovane, quanto lavoro nei campi con mamma e papà, le mani mi facevano male e le gambe pure, avevo solo dieci anni. Ero la primogenita però, dovevo badare ai miei fratelli e alla casa, tempo per giocare non ne avevo…di desideri, di sogni però ne avevo tantissimi. Uno era mio marito, quel sogno l’ho realizzato. Adesso ogni tanto viene a trovarmi Teresa, la volontaria con il naso rosso, parliamo un po’ e poi ridiamo, ridiamo e ridiamo. Quando se ne va mi sento triste ma poi penso che ritornerà e mi addormento sognando.

Anna Fiorillo – Sociologa – Clown dottore

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Illustrazione di Roberto Lombardi