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Esperienze, Uno di noi

Uno strano angolo di paradiso

Posted: 05/03/2010 alle 4:00 pm   /   by   /   comments (0)

Quando mi è stato proposto di scrivere in quest’ ultima pagina…prima dell’uscita dalla rivista…e di raccontare il mio modo di vivere l’esercizio fisico trisettimanale…

MI E’ PRESO UN COLPO!

Subito ho risposto: «Ma non so se ne sarò capace?!».

Forse quel non “esserne capace” stava magari a descrivere che non so se ne sono degna!

Nel senso… mi spiego. I precedenti personaggi che si sono raccontati in questa rubrica, a parer mio, avevano tutti delle storie valide da far conoscere, risultati conseguiti, nei termini più svariati: perdita di peso, obiettivi di tonicità raggiunti, ottimizzazione delle masse corporee…e così via…

Per non parlare poi del benessere psico-fisico raggiunto, i miglioramenti della vita di relazione… ecc… ecc…

E poi arrivo io!

No, scusate, ma a questo punto io mi sono chiesta: «Ma cosa potrei mai scrivere?»

Tenterei di auto-analizzarmi, con molta auto-ironia, in un modo molto auto-matico…tutto in auto…mentre invece, se ci penso… Ciò ha avuto inizio proprio con il lasciare a casa l’auto! Chilometri a piedi in compagnia solo della musica. Anche la bici all’aria aperta ho scoperto che mi aggrada…ma niente salite! Solo pianura e sempre da sola.

Avrei potuto seguitare, ma la variabilità del tempo mi costringeva alle volte a rimanere per settimane ferma. Quella continuità che mi serviva, che ricercavo, per combattere un odioso nemico chiamato pigrizia, veniva meno. Faceva spesso capolino nel mio quotidiano l’inerzia, in aggiunta a tutte quelle giustificazioni che furbescamente ero in grado di innescare prima con me stessa, poi con il mio stato di salute, con i miei cari…dal mio medico…

Era sempre colpa di qualcosa o di qualcuno. Ma non è così. Capii che avevo bisogno d’altro. Di una smossa. Aspettare l’amica che avesse i miei stessi interessi: una chimera! I giorni festivi… e solo quelli… per la compagnia del marito libero dal lavoro: troppo pochi!

Vicino casa, avevo la palestra però… con tutta la sua varia e gioiosa umanità!

Riprendere a frequentarla alla mia età (47), con tutto il carico delle problematiche che attualmente mi porto dietro, salute, famiglia, casa, impegni vari…una sfida! Ma dovevo e volevo riprovarci.

L’approccio non è stato dei più semplici. Già dal primo colloquio, il direttore tecnico, dovette rendersi conto di quanto stress avessi accumulato. Le mie assurde paure… pensavo addirittura mi facesse male… affaticare troppo il mio fisico dopo anni e anni di inattività!

Ed anche con il personale di sala (che qui pubblicamente ringrazio per la loro pazienza e competenza) mostravo tutto il mio essere insicura, la mia inadeguatezza al luogo, il mio sentirmi così impacciata nel compiere determinati movimenti.

La mia timidezza, la mia casalinghitudine…(che considererei sconfitta almeno in parte…credo) lentamente, seduta dopo seduta di allenamento, si stanno allontanando…

Già dallo spogliatoio, soprattutto noi del turno mattutino, iniziamo a rilassarci. Ci carichiamo a vicenda, ci incitiamo a lavorare bene e con impegno, ad essere “oneste”, a seguire la scheda lealmente senza imbrogliare (perché anche di questo si è capaci), anzi alle volte se qualcuna di noi, per la troppa fretta o per la poca voglia…aggiungo io…magari è costretta a saltare qualche esercizio, con l’auto-confessione pubblica, i consigli di tutte le altre a fare meglio e bene la prossima volta, riesce anche a superare la giornata no, il momento giù, che può e deve passare.

Poi, in sala…sugli attrezzi (ma non si dovrebbe però!), inizia il salotto vero e proprio: si parla di cosa hanno dato in TV la sera precedente, del “fattaccio”momentaneo, se c’è l’esperto di cinema ci consiglia cosa andare a vedere… I ragazzi, di solito quelli più giovani rispetto a me… ma anche no… girano per locali, raccontano le loro serate in pizzeria (dello “sgarro” settimanale…in gergo), le discoteche, i viaggi, la loro vita. Nasce il confronto, il predicozzo, magari qualcuno non è d’accordo… fra fiatone e sudore… si rischia di alzare il tono della voce… in effetti lo si fa per superare il rumore dei video musicali e del ronzio delle macchine in attività… allora ecco che entra in campo il Capo! Tenta di ristabilire l’ambiente tranquillo e sereno che solitamente si respira in palestra durante il turno pomeridiano/serale, che io qualche volta ho frequentato e, posso garantirvi, è più disciplinato!

Però è gradevole e piacevole trascorrere insieme ai miei “compagni” quelle due ore in quel luogo di sacrificio e spensieratezza…

Io lo chiamerei “uno strano angolo di paradiso”.

L’allontana stress per eccellenza.

Entro …mi accoglie il buon profumo dell’igiene (misto a candeggina ed aria calda che si respira negli spogliatoi), il saluto cordiale di tutti i fruitori, un personale sempre attento…e vado!

Un altro mattoncino di prevenzione per una salute ed un futuro migliori!

Angelica Landi – Redattrice Informa